Tavolo appalti, Cgil: passo in avanti

Tavolo appalti, Cgil: passo in avanti
Un piccolo passo avanti sui temi della sicurezza e del lavoro irregolare in edilizia, in attesa che le proposte del sindacato vengano recepite e diventino operative. La Cgil di Avellino esprime un giudizio interlocutorio dopo la riunione avuta in prefettura con la convocazione del tavolo per la sic…

Tavolo appalti, Cgil: passo in avanti

Un piccolo passo avanti sui temi della sicurezza e del lavoro irregolare in edilizia, in attesa che le proposte del sindacato vengano recepite e diventino operative. La Cgil di Avellino esprime un giudizio interlocutorio dopo la riunione avuta in prefettura con la convocazione del tavolo per la sicurezza. “Il ritardo è un fatto – afferma il segretario provinciale della Cgil di Avellino, Vincenzo Petruzziello – è dal 22 ottobre che sollecitiamo la convocazione dei sindacati e di rappresentanti delle forze dell’ordine. Oggi finalmente abbiamo potuto discutere ed avanzare le nostre proposte. Non siamo ancora del tutto soddisfatti e ci riuniremo nuovamente a gennaio per entrare nel dettaglio degli aspetti operativi, fino ad allora sospendiamo ogni giudizio sull’iniziativa, che comunque andava avviata”. Al tavolo per la sicurezza la Cgil, che ne ha sollecitato la convocazione anche nel corso dell’ultima manifestazione unitaria tenutasi ad Avellino lo scorso sabato, ha avanzato alcune significative proposte, partendo dai dati dell’ultima ispezione delle forze dell’ordine, i cui risultati sono stati resi noti solo ieri. Anche i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno infatti sottolineato la circostanza per la quale su 253 cantieri ispezionati, in ben 167 siano state ravvisate irregolarità. Un dato che conferma come, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, che in Provincia di Avellino effettuano, proporzionalmente il maggior numero di controlli, il ricorso all’evasione contributiva, all’utilizzo di lavoro irregolare e l’inosservanza delle norme sulla sicurezza, siano ormai fenomeni acquisiti e sempre più diffusi. “E’ necessario – afferma Petruzziello – coinvolgere nella lotta al lavoro irregolare sempre più soggetti istituzionali, mettendo in campo più forze ed istituzioni, come i Comuni, che devono farsi carico, con gli uffici tecnici e con il corpo dei vigli urbani, di coadiuvare il lavoro di controllo dei sindacati e delle forze dell’ordine”. Massima attenzione – ha puntualizzato la CGIL . Va posta sulle stazioni appaltanti, che non possono, sebbene la legge lo imponga, seguire solo il criterio del massimo ribasso, nell’affidamento degli appalti. “Non è possibile – spiega Petruzziello – avere come riferimento esclusivamente il contenimento della spesa. Ribassi eccessivi sono inevitabilmente destinati a ripercuotersi sulla qualità dei materiali utilizzati o sulla forza lavoro. Vigilare e assicurarsi che tutto si svolga secondo la legge nei cantieri delle opere pubbliche deve essere un presupposto dell’azione delle amministrazioni e degli enti che aggiudicano gli appalti”. Altra proposta concreta del sindacato è stata quella di istituire un numero verde da visualizzare sulle tabelle dei cantieri “perché la cultura della sicurezza sul lavoro – aggiunge il segretario della Cgil – non riguarda solo i sindacati, ma deve coinvolgere gli imprenditori, i cittadini. Le irregolarità evidente soprattutto in materia di sicurezza devono poter essere denunciate da chiunque ne venga a conoscenza. Il numero verde può servire allo scopo ed aiutare così i sindacati e le forze dell’ordine nell’azione di denuncia e repressione. Infine, in piena assonanza con quanto dichiarato dai rappresentanti delle forze dell’ordine presenti al tavolo,la Cgil chiede che oltre ai numeri delle azioni di controllo, vengano resi pubblici i nomi delle imprese ed i loro titolari, che non sono state trovate in regola. “Non bastano più i numeri – conclude Petruzziello – di fronte a negligenze che finiscono per mettere a rischio la vita dei lavoratori , il sindacato chiede trasparenza. Non si tratta di chiedere la pubblica gogna, ma solo di rendere pubblici i nomi di chi non rispetta la legge. Ora attendiamo che si passi dalle parole di oggi ai fatti, e attendiamo che il Prefetto si faccia carico di rendere effettivamente operativo il tavolo sulla sicurezza”.

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