Truffa pale eoliche, manette e sequestri

Truffa pale eoliche, manette e sequestri
Truffa ai danni dello Stato per indebita percezione di contributi pubblici. Si è chiusa con quattro arresti un’indagine durata due anni e condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Avellino. Gli accertamenti di polizia giudiziaria, scaturiti da una iniziale segnalazione de…

Truffa pale eoliche, manette e sequestri

Truffa ai danni dello Stato per indebita percezione di contributi pubblici. Si è chiusa con quattro arresti un’indagine durata due anni e condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Avellino. Gli accertamenti di polizia giudiziaria, scaturiti da una iniziale segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma, sono stati condotti con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Avellino e si sono incentrati su ben 12 società (9 con sede in Avellino e 3 ubicate in Sicilia) beneficiarie di contributi per la realizzazione di parchi eolici destinati alla produzione di energia elettrica. L’attività d’indagine, confluita in quella che è stata definita “operazione VIACOLVENTO“, ha consentito di delineare le responsabilità penali di 15 persone fisiche, tutte deferite, a vario titolo, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino per l’illecita percezione di contributi pubblici a mezzo atti e documenti falsi e di dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà falsi. In manette con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa Oreste Vigorita (di anni 62, presidente del Benevento calcio) di Napoli, Vito Nicastri (di anni 52) di Alcamo (TP), Ferdinanzo Renzulli (di anni 42) di Avellino, ed infine Vincenzo Dongarrà (di anni 46) di Enna. Le indagini portavano altresì alla configurazione di un’ulteriore ipotesi di reato per associazione a delinquere a carico del dirigente dell’istituto di credito che aveva curato l’istruttoria e l’erogazione dei contributi, D.V. (di anni 54) di Milano, ma nei suoi confronti non veniva disposta alcuna misura cautelare per l’insussistenza del requisito della gravità indiziaria alla base dell’emissione del provvedimento restrittivo. In relazione dall’attività fraudolenta posta in essere dai rispettivi rappresentanti legali, nei confronti delle 12 società coinvolte (nove delle quali con sede in Avellino e tre in Sicilia) è altresì scattata la segnalazione all’autorità giudiziaria per l’applicazione delle misure previste dal decreto legislativo nr. 231/2001 (“responsabilità delle società per illecito penale degli organi apicali”) atteso il vantaggio economico scaturito a seguito dell’illecita condotta dei soggetti denunciati. Il meccanismo di frode vedeva le diverse società, tutte facenti capo ai medesimi soggetti o comunque gestite in maniera coordinata, attestare formalmente da una parte la titolarità dei terreni su cui sarebbero dovuti esser allocati i parchi eolici e dall’altra le disponibilità finanziarie da destinare al progetto. La titolarità dei terreni, all’atto della richiesta di contributo, era certificata da false attestazioni mentre, per quanto riguarda l’aspetto finanziario, il tutto avveniva attraverso un complicato meccanismo in base al quale il “gruppo” cercava di mostrare una maggiore capienza di fondi della società che in quel momento stava chiedendo il contributo mediante fittizie assegnazioni di capitali provenienti dall’estero (in massima parte dal Regno Unito) che, in realtà, corrispondevano all’importo del contributo già ottenuto da un’altra impresa, ivi trasferito non appena erogato.

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