Truffe con il “10 e LOTTO”, obbligo di dimora per un avellinese

Avevano escogitato un originale sistema per truffare lo Stato, attraverso giocate al “10 e LOTTO”,senza alcun versamento di denaro, grazie alla complicita’ del gestore di una ricevitoria di Settebagni, a Roma. La Guardia di Finanza di Roma, secondo quanto riferisce l’Agi, ha smantellato un’organizzazione specializzata al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale. Quattro le persone arrestate e 22 quelle indagate, tra queste anche un avellinese, il quale è stato sottoposto all’obbigo di dimora.
Gli accertamenti erano scattati a seguito dell’esposto presentato alla Guardia di Finanza nell’aprile 2012 dal Direttore Regionale per il Lazio dell’A.A.M.S. (ex Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, poi confluita nell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), che aveva constatato, presso una ricevitoria, un anomalo incremento di raccolte, con riguardo al “10 e LOTTO”, essendo avvenute, in poche ore, giocate per circa due milioni di euro. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa con l’accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica, ricettazione e sostituzione di persona. Il sodalizio ha agito grazie alla complicita’ del gestore della ricevitoria, con la “preziosa” collaborazione degli altri membri del gruppo, abili nell’utilizzare i terminali di gioco.
In particolare, i truffatori si erano presentati nel mese di marzo dello scorso anno presso la ricevitoria e, ottenuta dal titolare della ricevitoria la disponibilita’, per alcune ore, dell’apparecchio del gioco “10 e LOTTO”, avevano inserito numerose giocate stampando i relativi scontrini che avevano poi consentito l’incasso delle vincite, che variavano da 240 e 480 euro. Per le vincite di importo superiore, per le quali sussiste invece l’obbligo di identificazione dei portatori degli scontrini presentati all’incasso, i componenti dell’organizzazione avevano “prenotato” altri 250.000 euro. Il gestore della ricevitoria, consapevole che il volume delle giocate avrebbe causato sospetti nell’A.A.M.S., aveva sporto denuncia di furto del sistema di videosorveglianza dei locali riferendo che alcune persone, munite di tesserini della LOTTOMATICA e dei MONOPOLI DI STATO, si erano presentate alla ricevitoria e, con la scusa della manutenzione degli apparati, avevano effettuato numerose giocate senza provvedere al pagamento degli importi.
Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sono riuscite, pero’, a ricostruire tutta la vicenda appurando anche l’utilizzo di schede telefoniche intestate a persone inesistenti o completamente ignare, funzionale a rendere difficile l’individuazione degli appartenenti al gruppo da parte degli inquirenti. Le giocate fraudolente sono state quantificate in circa 2 milioni di euro ed ammontano a circa 200.000 le vincite incassate.

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