Violenza sulle donne, Prefetto Spena: “Denunce in aumento. Monitoriamo i casi di stalking”

Violenza sulle donne - prefetto Spena

Violenza sulle donne, il Prefetto di Avellino Paola Spena ha voluto testimoniare l’importanza di un impegno corale per contribuire a superare la piaga della violenza di genere tenendo un incontro con alcuni studenti del Convitto Nazionale “P. Colletta”.

All’evento tenuto stamattina nell’istituto di Avellino erano presenti il dirigente scolastico Attilio Lieto, il Provveditore agli Studi di Avellino, Fiorella Pagliuca e il il maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Francesca Bocchino

“Il quadro normativo accompagna il contrasto e la prevenzione del fenomeno della violenza di genere e, nel tempo, è stato rafforzato- ha affermato il Prefetto Spena – attraverso ulteriori misure tra cui quelle adottate proprio nella giornata di ieri, ma l’aspetto fondamentale è la necessità di un cambiamento di tipo culturale. Un cambiamento che deve avvenire tramite il lavoro con le agenzie educative quali la scuola e la famiglia perché occorre che i ragazzi acquisiscano la consapevolezza che la violenza sulle donne è un fenomeno vicino a tutti noi. E che nella nostra società, purtroppo, non si sono sviluppati il rispetto e la gentilezza verso l’altro sesso”

“Ai ragazzi va insegnato che la donna non è un soggetto debole di cui bisogna appropriarsi ma è una figura con cui instaurare una corretta relazione affettiva. Occorre sapere che l’altro ha una libertà propria e che se decide di porre fine ad una relazione va rispettato. Nonostante la sofferenza, chi viene lasciato deve saper reagire, imparando a gestire le sconfitte” ha sostenuto il Prefetto.

Sulla base dei dati raccolti dal Ministero dell’Interno e dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in Irpinia emerge un incremento del numero di denunce sporte dalle vittime di violenza. “Un dato positivo che testimonia l’aumento della consapevolezza del fenomeno – ha commentato il Prefetto – fortunatamente in provincia di Avellino non si sono verificati casi drammatici nell’ultimo periodo, però registriamo diversi casi di stalking che monitoriamo anche nelle riunioni di comitato cercando di assistere le situazioni più complesse per le quali i servizi sociali e i centri antiviolenza hanno un ruolo importante”.

“Specie nelle situazioni più disagiate sotto il profilo sociale ed economico, capita spesso che dopo il primo momento di segnalazione non si coltiva un percorso di denuncia, che invece è essenziale. Le donne vittime di violenza devono – ha aggiunto Spena – sapere che rivolgendosi alle istituzioni e ai servizi sociali riceveranno il giusto sostegno e accompagnamento”.

I prossimi passi che la Prefettura intende compiere per stare al fianco delle vittime riguarderanno l’aggiornamento del protocollo del 2016 e l’avvio di un progetto che permetta alle donne di raggiungere l’indipendenza economica, favorendo l’inclusione occupazionale.

“Chiederemo alle associazioni imprenditoriali e non solo di sostenerci per l’attivazione di una formazione lavorativa per le donne che si sottraggono alla violenza. Denunciate – ha concluso il Prefetto – e non fidatevi di chi non si comporta correttamente. Anche solo uno schiaffo è sintomo di una relazione che non è impostata sul rispetto”.

“La scuola e la famiglia svolgono – ha dichiarato il Provveditore agli Studi di Avellino, Fiorella Pagliuca – un compito importante nella lotta alla violenza di genere. Oggi, è necessario che questi due attori adottino strategie e approcci ancora più incisivi rispetto al passato perché la situazione è drammatica. Dobbiamo educare i nostri ragazzi a comportamenti sani nelle relazioni sociali e affettive di ogni tipo affinché queste siano improntate sui valori del rispetto e della solidarietà. Solo così potremo costruire una società più giusta e umana”

“Da settembre, al Convitto abbiamo promosso -ha affermato il dirigente scolastico Attilio Lieto che nella sua scuola ha introdotto uno sportello psicologico – attivita’ quotidiane sul tema della gentilezza e del rispetto. Importante è saper cogliere nei ragazzi qualsiasi segnale di disagio ma spesso, per farlo, gli insegnanti hanno bisogno del sostegno di altre figure con competenze specifiche ed è su questo che stiamo lavorando” .

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