“Deve pagare per tutto il male che ha fatto”. Mentre il capo della Squadra Mobile di Avellino, Marcello Castello, illustrava i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto di una insegnante per maltrattamenti ai bambini di una scuola materna della frazione Valle, le madri delle piccole vittime si sono radunate nel cortile della Questura per far sentire il loro sdegno e la loro richiesta di giustizia. Le violenze, fisiche e psicologiche, accertate da numerosi referti medici e filmati dalle… |
“Deve pagare per tutto il male che ha fatto”. Mentre il capo della Squadra Mobile di Avellino, Marcello Castello, illustrava i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto di una insegnante per maltrattamenti ai bambini di una scuola materna della frazione Valle, le madri delle piccole vittime si sono radunate nel cortile della Questura per far sentire il loro sdegno e la loro richiesta di giustizia. Le violenze, fisiche e psicologiche, accertate da numerosi referti medici e filmati dalle telecamere installate dopo le denunce presentate a partire dal 2015 dai genitori, hanno riguardato almeno 10 tra bambini e bambine. Da quelle verbali, “ti ammazzo, devi stare zitta”, a vere e proprie aggressioni con schiaffi e tirate di capelli, fino alla punizione per i bambini più vivaci: venivano chiusi in una stanza, (“la stanza del telefono”, la chiamava l’insegnante), per ore e al buio. Una escalation alla quale hanno messo fine gli agenti della Squadra Mobile per impedire ulteriori e irreparabili violenze, ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile, le cui indagini hanno consentito alla Procura di Avellino di chiedere e ottenere dal Gip l’emissione dell’ordinanza cautelare. Per l’insegnante, 58 anni, sposata con un imprenditore, molto nota in città per il suo attivismo in una parrocchia di Avellino, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari.