Simone D’Anna, cittadino di Montemiletto, esperto di storia locale e Consigliere comunale ci ha fatto pervenire questa sua ampia considerazione che può essere motivo di riflessione e di dibattito. In attesa di ricevere eventuali altri pareri, la pubblichiamo integralmente.
“Nella Chiesa di S. Anna, si possono ammirare molte opere d’arte, ma una in particolare spicca su tutte le altre, si tratta dello splendido altare maggiore, con annessa balaustra, eccelsa opera d’arte eseguita dall’illustre “marmoraio toscano” Pietro Ghetti, artista presente a Napoli, tra la fine del seicento, e gli inizi del settecento. Pietro, infatti, dopo essersi formato in ambito romano, presso la bottega di Gian Lorenzo Bernini, il più grande protagonista della cultura figurativa barocca, si trasferì a Napoli al seguito di Luigi Bernini, il fratello di Gian Lorenzo, anch’esso architetto e scultore.
La dott.ssa Vega De Martini, una dei migliori funzionari del Ministero per i Beni Culturali, riferendosi a questa opera, la definì come: un manufatto preziosissimo che dà il tocco di classe alla chiesa.
Il disegno originale dell’altare, e della balaustra, è conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, ed è allegato al contratto stipulato il 28 novembre del 1708. L’opera, commissionata dai Tocco nel 1708, con un forte legato di Car’Antonio Tocco, venne definitivamente completata nel 1721, al costo di 1150 ducati. Sulla balaustra e sui pilastrini della mensa dell’altare sono stati riprodotti sei stemmi in preziosi marmi policromi dei Tocco, mentre un altro è presente sul cancello in ottone della balaustra, e uno in stucco dorato venne posto sull’arco dietro l’altare maggiore.
In questi giorni, purtroppo, si è consumato l’atto finale di un gesto poco nobile, e fin troppo insensato, degno della peggiore espressione della mente umana, l’ IGNORANZA, mi riferisco alla bestiale installazione di un manufatto di “fattura industriale”, che ha profondamente mutato l’aspetto esteriore originario dell’opera d’arte, e cioè il nuovo altare collocato proprio davanti all’opera del grande Pietro Ghetti.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un DANNO ESTETICO di tali proporzioni, e per di più all’interno di una delle chiese più importanti della nostra provincia, eppure ciò è accaduto, alla luce del sole, e in “pompa magna”, con il solito spettacolo popolaresco intriso di presenze clericali, e politiche, quasi a legittimare ciò che invece è inviso al popolo, oltre che deforme e sgraziato.
I due preziosissimi stemmi della famiglia Tocco, sono stati oscurati e nascosti, dai pilastrini del nuovo altare, il primo sotto- scalino di marmo, è stato addirittura inglobato all’interno del nuovo piano su cui poggia questa piccola creatura anomala. Anche il cancello in ottone, che una volta chiuso, compone lo stemma della famiglia Tocco, non sarà più visibile in quanto completamente coperto dai paramenti liturgici. L’altezza, di molto superiore alla balaustra, copre anche una parte delle decorazioni del prospetto principale dell’altare maggiore. Le due antiche lastre in marmo poste sull’ingresso della cripta, sono state inspiegabilmente rimosse, e sostituite con altre senza alcun valore e di nuova fattura.
Ancora una volta, dunque, l’arte, la storia e la cultura, della nostra provincia sono state infangate, calpestate, e disonorate, ma questa volta non parliamo di un manufatto qualunque, bensì della più importante opera d’arte presente nel nostro paese, una delle più belle di tutta la provincia, e pertanto, chi ha l’AUTORITA’ per farlo, ne dovrebbe prendere atto, e richiederne la sua immediata RIMOZIONE”.