Irpinia Pride, il 29 maggio la presentazione del programma della manifestazione arcobaleno

Apple Pie - Irpinia Pride

Avellino scende in campo contro l’omofobia. Il prossimo 10 giugno, grazie alla sinergia tra l’associazione “Apple Pie: l’amore merita LGBT+” e il Comune di Avellino, che ha dato il proprio patrocinio, il capoluogo ospiterà l’Irpinia Pride 2023. Un’iniziativa, dal forte valore, per sensibilizzare l’intera provincia rispetto al tema dirimente dei diritti civili e il cui slogan, quest’anno, è già di per sé molto eloquente: “Mettiamoci la faccia”. Il programma della giornata, con il percorso coperto dalla marcia e gli ospiti che interverranno, sarà diramato in conferenza stampa il prossimo 29 maggio, nella sala stampa del Comune di Avellino.

«Siamo felici di ospitare in città un evento così significativo e sentito – afferma la vicesindaco Laura Nargi – Con convinzione, saremo al fianco della comunità LGBTQI+ per sostenere i suoi diritti. Questa Amministrazione si è dimostrata fattivamente sensibile a tali temi. – ricorda – Siamo consapevoli che c’è ancora tanta strada da fare, dal punto di vista sociale, culturale e anche politico, per scardinare i pregiudizi e fare un passo in avanti. Ma questa è la giusta direzione».

«Ringraziamo fortemente l’Amministrazione comunale, che ci ha garantito massima disponibilità e supporto nell’organizzazione dell’Irpinia Pride, accompagnandoci nel percorso che condurrà alla manifestazione – afferma Antonio De Padova, presidente di “Apple Pie” – Invitiamo i cittadini della provincia di Avellino e della Campania tutta a partecipare. Alla luce delle ultime notizie di attualità, in particolar modo di quelle relative alle trascrizioni in Italia dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali, risulta infatti ancora più evidente quanto sia fondamentale realizzare un evento come il Pride e prendervi parte – continua – Il 10 giugno, scenderemo in piazza a difesa dei diritti di chi subisce discriminazioni a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere, ma anche per dare forza a chi non ha ancora il coraggio di vivere liberamente. Saremo la loro voce, il loro volto, le loro gambe, le loro braccia e, soprattutto, il loro cuore».

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