Accendere i fuochi artificiali per spegnere la crisi economica: sembra un controsenso ma è una ricetta per ripartire.
Come hanno fatto pochi giorni fa in Giappone.
Il Covid-19 ha messo in crisi anche l’Irpinia delle tradizioni, della religiosità più genuina e del folklore, quella delle feste patronali cittadine, di quartiere e di contrada che sino a pochi mesi fa riempivano i calendari, spesso rincorrendosi e sovrapponendosi.
Il settore è in forte crisi: solo in Irpinia un centinaio di persone sono in cassa integrazione con oltre 800 spettacoli annullati o non confermati, un danno economico rilevante.
Spettacoli di gioia
«Abbiamo bisogno di liquidità immediata, non a debito, ma a fondo perduto; della sospensione del pagamento di tutte le imposte o ritenute dovute e dei contributi, delle bollette per energia, telefoni e collegamenti internet almeno sino a 3 mesi dopo la possibilità di ritorno alla normalità per la realizzazione degli spettacoli pirotecnici, con possibilità di rateizzare gli importi dovuti in almeno 60 mesi.
Possibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria sino al permanere di limitazioni alla realizzazione di spettacoli pirotecnici. Un contributo mensile adeguato sino al permanere delle limitazioni per gli operanti nel settore iscritti alle casse artigiani e commercianti e anche agli iscritti alla gestione separata»: così dice Vincenzo Boccia della “Pirotecnica Cavour” a nome dei rappresentanti del settore in Campania.
Adesso si pensa di fare come in Giappone: una idea che somiglia a una provocazione, spettacolo di fuochi d’artificio contro il coronavirus.
Come in Giappone
I fuochisti della Campania si stanno organizzando per ripetere quanto avvenuto il 2 giugno nella terra in cui si ritiene che i fuochi pirotecnici allontanano sfortuna e malattie.
Quel giorno 163 produttori di fuochi d’artificio giapponesi hanno dato vita al progetto ‘Cheer up hanabi’, una serie simultanea di esibizioni a sorpresa che hanno allietato il pubblico per 5 minuti in tutto il paese, fornendo uno spettacolo da vedere da casa e dunque nel rispetto delle norme di sicurezza sociale.
Fuochi d’artificio sono scoppiati simultaneamente in tutto il Paese per rallegrare la popolazione e dare visibilità ad un settore duramente colpito dalla crisi economica.
Come il tricolore
Suggerisce Carmelo Di Candia dell’azienda pirotecnica “L’ Artificiosa”.
“Facciamo come per l’iniziativa delle bandiere tricolori: in Italia la popolazione è stata sollecitata ad esporre un drappo dai balconi, per sentirsi uniti durante il periodo buio. Noi vogliamo dare un segnale forte, attraverso suoni e colori che possano riportare entusiasmo e normalità tra la gente”.
Gli imprenditori del settore, che in Campania conta una settantina di aziende, hanno sollecitato contributi economici al Governo e alla Regione per i tantissimi dipendenti senza lavoro. “Chiediamo soprattutto di tornare a fare il nostro mestiere, organizzare spettacoli pirotecnici per sagre a mare e carri trionfali, processioni e cortei storici”, dice ancora Di Candia.
Senza paura
Un settore che comprende pure lavorati del settore delle luminarie, bande musicali e luna park, spettacoli viaggianti, complessi musicali e folkloristici, artisti di strada, servizi ed agenzie di eventi, commercianti ambulanti.
Un variegato e poliedrico mondo che le caratterizza, un vero e proprio brand collegato al sistema turistico locale.
Difficile quantificare quanti siano ma tutti hanno voglia di lavorare e fare divertire la gente, l’unico modo per esorcizzare la paura del covid-19.
Elena Picciocchi