Fiordellisi: “Nei prossimi mesi una valanga di licenziamenti”

“A partire da questa settimana ci apprestiamo ad assistere per poi, sicuramente, proseguire nei prossimi mesi, ad una valanga di licenziamenti. Dopo che in questi 3anni, in cui è successo di tutto e di più (incontri, tavoli, manifestazioni), ecco che ci apprestiamo ad assistere al compimento di quanto fatto … cioè nulla!. E’ quanto sostiene Franco Fiordellisi, segretario generale della Filctem Cgil di Avellino.
“I dibattiti fatti – prosegue Fiordellisi – non sono mai stati realmente partecipati dalla gente Irpina, mentre per quanto attiene al mio lavoro di sindacalista, i lavoratori e ex lavoratori, i disoccupati e mai occupati, sentono come mero fumo negli occhi le promesse fatte da politici di vecchia e nuova generazione, si rivedono imprenditori che dicono tanto e fanno niente, mentre continua il mantra che chiede ai lavoratori di farsi carico di sacrifici e di cessione di diritti elementari.
Tutti questi signori sono alla ricerca di visibilità, proponendosi quali potenziali risolutori dei problemi e non tengono conto della realtà sbandierando soluzioni in nome di un riformismo virtuale rivolto alla sviluppo di un’economia territoriale buono per tutte le stagioni. Ma l’Irpinia ha necessità di proposte radicali, innovative e dirompenti considerando le esigenze e le necessità del nostro territorio “La Verde Irpinia” bacino idrico per oltre 3mil. di cittadini del Sud.
Dico che si fanno solo “chiacchiere” perché basterebbe ricordare, senza andare troppo indietro con la memoria, questioni come la lotta alla delinquenza, lotta all’usura (reiteratamente denunciata), difficoltà di accesso al credito, abusivismi, lavoro nero, la povertà che è in costante aumento, il precariato e la disoccupazione declinata in tutte le forme, giovanile, femminile, ultracinquantenni (o ultra sessantenni viste le nuove norme pensionistiche), le decine di aziende che hanno chiuso nel settore manifatturiero tessile, calzaturiero, conciario e o che stanno per dismettere la propria attività, nanismo e mancata patrimonializzazione delle imprese. Questi fenomeni sembrano fondersi e confondersi nella società Irpina, assumendo un effetto fisiologico e di normalità, passando quasi inosservati dai sindaci e politici vari, ritendo sempre l’Irpinia isola felice… ma di cosa?
Ricordando anche le questioni della Sanità, della Scuola, non trascurando i trasporti pubblici con la riduzione delle corse nei paesi interni, su Avellino Napoli, chiusura delle linea ferroviaria Avellino – Rocchetta Sant’Antonio e pensare che per quest’ultima ci sono svariate soluzioni e proposte in particolare per un utilizzo turistico ed eno-gastronomico in una sorta di corridoio ecologico verso la Puglia.
Per le crisi industriali ci auguriamo non deflagri la FMA, come già accaduto per aziende come Albatros, CDI pur con tutte le differenze. Occorre inoltre porre attenzione allo stabilimento di “SATA” Melfi che con l’indotto vede lavorare tanti Irpini. A tutti dico stiamo vigili e chi ha, come le istituzioni e i politici possibilità di chiedere conto, considerando che non è per le differenze o diversità tra noi sindacalisti, ma per l’entità che stanno assumendo le crisi stiamo avendo problemi tali da non riuscire ad avere puntuali programmi ed informazioni mentre nel contempo non riusciamo a darvi una reale sveglia per aiutarci a prevenire e chiedere programmi seri a queste società. A questo punto non posso non parlare anche della vertenza IRISBUS.
L’Irisbus per me della FILCTEM, che non sono metalmeccanico, come la SATA di Melfi, la Whirpool di Napoli hanno delle dirette implicazioni produttive in Irpinia nei settori Gomma Plastica e Componentistica da noi seguite, per questo non può, non possono, risolversi come vertenza/e da mettere nel dimenticatoio o in coda all’elenco delle questioni che siamo costretti a concludere con la cassa integrazione seguita dalla mobilità o con il pensionamento mentre per altri ci sono trasferimenti in altre aziende sparse per l’Italia. Bisogna evitare che questo sia il risultato di questi anni di inattività politico-istituzionale durante questa crisi, che determinerebbe la sconfitta dovuta anche alla incapacità di avanzare proposte risolutive per la vertenza Irpina.
Invece tutti i protagonisti, anche noi come associazioni datoriali e sindacali , che avremmo dovuto proporre o dare delle soluzioni, nel migliore dei casi, abbiamo tra Patti e Tavoli fatto proposte che sono state unicamente di rappresentanza del territorio e che tornavano utili nel solco di decisioni prese esternamente al territorio irpino e così calate e “costretti” a difenderle come organizzazioni, mentre in altri casi le proposte sono state diverse e disunite, ma in tutte e due i casi unicamente utili solo a tutti nel rivendicare per curare il proprio orticello mentre l’Irpinia muore depauperandosi di giovani e intelligenze. Non è neanche più attrattiva per gli immigrati.
La sintesi di quanto dico, cioè le colpe della politica e dei governati delle Istituzioni locali, è ben visibile nell’ATO Calore Irpino che per beghe partitiche ed interessi personali ha dimostrato l’incapacità nello svolgere il ruolo affidatogli per legge, determinando ritardi nel Servizio Idrico Integrato e nella progettualità che può dare e portare risorse in irpinia per la creazione e sistemazione sia dei depuratori che della rete fognaria in tanti comuni inesistente e della rete idrica.
Dal mio punto di vista bisogna(va) organizzare incontri e dibattiti sistemici chiedere partecipazione per formulare proposte anche industriali innovative per dare un futuro ai nostri territori, coscienti che se le proposte e le scelte sono partecipate tutte e tutti si sentono impegnati nel perseguire gli obiettivi che ci si da, insomma una “governance” del territorio. Non dimentichiamo che proprio intorno all’Irisbus insiste un’infrastrutturazione tra le più moderne d’Europa, per competitività, per la capacità progettuale di nuovi modelli e un indotto qualificato e competente. Dobbiamo responsabilizzare le istituzioni e i politici per avere una nuova e vera programmazione su un piano di sviluppo attraverso i finanziamenti con fondi e applicando la normativa europea, che vada verso l’efficienza energetica degli edifici, progetti per creare depuratori a tutela della salute e dei corsi d’acqua della verde irpinia, risistemazione delle reti e gestione del rischio idrogeologico con la manutenzione del territorio, la filiera e potenziamento della chimica verde e della gestione della risorsa rifiuti!
Quanto detto in verità, non vuole essere polemico, ma vuole essere anche per me utile per ricordare gli errori fatti da tutti in questi anni verso il territorio. In tutto questo, come un paradosso, ma la vertenza Irpina, sembra stia subendo una banalizzazione proprio per questo continuo chiacchierare senza avere la forza di fare scelte radicali ed innovative che stanno passando, nelle aree del mondo più dinamiche, proprio attraverso queste cinque proposizione di gestione: ecocompatibilità dello sviluppo, gestione e riduzione consumo suolo, manutenzione dell’esistente con efficientamento, fonti rinnovabili, valorizzazione produzioni innovative e di eccellenza dei territori. Ben venga, quindi, anche se con ritardo proposte partecipate che diano futuro a tutti noi cittadini Irpini nel solco dell’innovazione che determina sviluppo senza chiedere di togliere diritti o di lavorare con stipendi da fame”.

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