Imprese artigiane: la crisi morde ancora

Nonostante il numero complessivo delle imprese sia in crescita, a soffrire ancora per colpa della crisi economica è il comparto dell’artiginato. Lo rivela il riepilogo 2017 di Unioncamere. A fronte di 330 nuove iniziative, l’anno scorso hanno chiuso battenti in provincia di Avellino ben 378 aziende artigiane con un saldo negativo di 48 unità. Segno meno anche per Caserta (-123), Salerno (-237) e Benevento (meno 75). Napoli chiude con un sostanziale pareggio. “La crisi non è dunque ancora alle spalle. A fronte del calo delle cessazioni di impresa che si attestano sul livello minimo del decennio (92.265 unità), – si legge nella nota dell’associazione delle camere di commercio – risulta in calo anche il numero di quanti decidono di intraprendere una attività artigiana (80.836). Dal 2012 ad oggi, quando l’anagrafe artigiana segnava un 1,4 milioni di imprese, si registra una diminuzione dello stock di oltre 110mila unità, con una riduzione percentuale complessiva vicina all’8%, pari a oltre un punto percentuale in media all’anno. Guardando alla geografia dell’Italia artigiana, nel 2017 tutte le macro-aree del Paese hanno fatto registrare una diminuzione dello stock delle imprese, in una forchetta compresa tra le -2.500 imprese del Nord-Est e le oltre 3.500 del Mezzogiorno, ma tutte in miglioramento rispetto ai dodici mesi precedenti. Tra le regioni, il Trentino-Alto Adige è l’unica che presenta una modestissima crescita (+8 imprese, +0,03%). La graduatoria provinciale per tasso di crescita evidenzia una presenza ridotta di province caratterizzate da un segno positivo: Reggio Calabria (+0,85% pari a +83 imprese), Bolzano (+0,71% e +95 imprese), Milano (+0,65% per 455 imprese artigiane in più), Taranto (+0,17% e +13 imprese), Trieste (+0,11% e +5 unità) e Monza (+0,05% e +11 unità)”.

SPOT