Turismo Avellino, numeri buoni ma sul territorio ritorno scarso

Grandi flussi nei giorni di richiamo, puntate mordi e fuggi, ma il valore aggiunto del turismo in Irpinia è tra i più bassi d’Italia. Lo scrive Guido Caselli, direttore generale di Unioncamere Emilia-Romagna ed autore di una ricerca dettagliata («Il turismo invisibile») che tiene conto di parecchie fonti, comprese quelle che rilevano B&b, sharing economy e seconde case. Nella elaborazione del centro studi Unioncamere, Caserta figura tra le province per le quali il valore aggiunto turistico sia definito basso, inferiore al 5% (pari a 680 euro pro capite), assieme ad Avellino (639 euro pro capite), Benevento (498 euro pro capite), Caltanissetta e Isernia. Napoli, invece, rileva una incidenza media oscillante tra il 10 e il 15% (2500 euro pro capite). E Salerno è annoverata tra i capoluoghi con valore aggiunto turistico medio-alto, cioè tra il 15 e il 30 per cento.

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