Novolegno di Avellino, confermati 117 licenziamenti: inizia la via crucis

 Ora seguiranno la strada che molti loro colleghi, ex dipendenti presso altre aziende della provincia di Avellino, hanno già percorso.

Una strada fatta di promesse e illusioni, di ritrovi dinanzi alla fabbrica con tanto di cartellone, magari anche la tenda per l’occupazione, gli slogan imparati amemoria, il delegato sindacale pronto a rassicurare, tante belle parole e niente più salario.

Alla fine diventeranno disoccupati. Non subito, c’è tempo.

Come è avvenuto per tanti altri dipendenti, come quelli dell’ex Iribus di Flumeri, quelli della ex Ipercoop, quelli di tante altre piccole aziende e società di cui nemmeno si parla.

Tutti a casa, in silenzio, con tanta dignità.

Intanto ci sono le elezioni in arrivo e allora arriverà l’indicazione per votare questo o quello perchè il tizio in questione poi si interesserà delproblema.

C’èpoi il parlamentare già eletto, quello che tanti operai e impiegati già conoscono e pure lui porterà una parola di speranza.

E i fatti?

Per 117 dipendenti della Novolegno di Avellino, l’incontrotenutosi al Ministero per lo Sviluppo Economico si è concluso come ci si aspettava.

Niente da fare, licenziamenti confermati.

Il gruppo Fantoni non vuole più saperne, basta con le polemiche e le accuse di inquinamento, stop alle proteste di sindacalisti e maestranze.

Ognuno per la propria strada: i proprietari dell’azienda del legno resteranno in Friuli, i lavoratori alle proprie abitazioni.

I sindacalisti continuano a spargere ottimismo, dicono di essere fiduciosii, in attesa di nuove risposte dal Governo. E’ il loro lavoro, quello dei rappresentanti sindacali, pagati per parlare e rassicurare, per invogliare i dipendenti alla protesta e all’azione, mettere a loro disposizione i pullman per andare a Roma.

 

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