Aflattosine, interviene il presidente Alaia

Aflattosine, interviene il presidente Alaia
Sulla proposta della Commissione Europea (che ha già incassato il primo sì e dovrebbe essere a giorni formalizzata al Consiglio dei Ministri Ecofin) riguardante l’aumento di aflatossine nella frutta secca, interviene con una nota il Presidente del Consiglio Provinciale di Avellino, Vincenzo Alaia:…

Aflattosine, interviene il presidente Alaia

Sulla proposta della Commissione Europea (che ha già incassato il primo sì e dovrebbe essere a giorni formalizzata al Consiglio dei Ministri Ecofin) riguardante l’aumento di aflatossine nella frutta secca, interviene con una nota il Presidente del Consiglio Provinciale di Avellino, Vincenzo Alaia:
“Apprendo con meraviglia e rammarico che nessun componente dei 27 Paesi dell’UE ha mosso alcuna rimostranza contro una decisione così gravosa che – tra l’altro – penalizza in maniera particolare l’Italia, primo produttore di nocciole in Europa . Ma, non sto qui a discutere della problematicità di una questione relativa a scelte di mercato infauste per l’economia del nostro paese : vorrei piuttosto sottolineare che la concentrazione di aflatossine – oltreché creare una via di apertura a una importazione di dubbia tracciabilità (proveniente da Paesi in cui le normative e le tecniche di estrazione e stoccaggio non sono affatto rigorose) comporterebbe un grave danno per la salute dei consumatori, a causa dell’alto rischio cancerogeno legato alla concentrazione di muffe tossiche. Davvero non riesco a capire quale sia il paradossale filo conduttore di una politica europea che – da una parte – promuove progetti di eco sostenibilità ambientale, traccia filiere a tutela dei prodotti tipici applicando anche rigorose sanzioni ai trasgressori – e, dall’altra, legittima scelte che hanno addirittura ripercussioni negative sulla salute dei cittadini. Non mi sembra certamente questo il modo giusto per aprire il mercato ai Paesi in via di sviluppo. Così facendo – infatti – si sottovaluta il rischio di favorire e legittimare il consumo di prodotti altamente contaminati. Basti pensare – in particolare – all’ingresso a basso costo delle nocciole dalla Turchia, primo Paese produttore al mondo : una questione di cui più volte mi sono interessato, facendo anche promuovere dall’onorevole Pionati un’interpellanza al ministro Zaia . Tale scelta non solo andrebbe ad innescare una concorrenza sleale ma – quel che è peggio – darebbe il via libera, ripeto, all’immissione sul mercato di prodotti dannosi per la pubblica salute: e parliamo di produzioni a largo consumo quali il granturco, i semi di cacao, le mandorle, le arachidi, i pistacchi. Mi chiedo dunque: può una logica strettamente utilitaristica – legata alla necessità di salvaguardare accordi di tipo economico – guidare le scelte politico/ amministrative di chi, in questo caso, dimentica le ragioni di una corretta etica comportamentale? In nome di quale logica si potrebbe mai sacrificare l’incolumità delle persone a strategie di mercato così irrispettose della salute dei consumatori? Credo che noi politici abbiamo il dovere di occuparci di queste questioni e tenere sempre alta l’attenzione su problematiche così importanti che non debbono essere sottaciute . Insieme alle Associazioni di settore e alle Istituzioni si dovrebbe intentare una forte azione di protesta contro questa inaccettabile proposta della Commissione Europea e sensibilizzare di più l’opinione pubblica: io continuerò a seguire la questione, a tutela di un interesse generale e mi attiverò per cercare anche utili canali di comunicazione per evidenziare il rischio che i consumatori corrono nell’acquistare prodotti con una tale concentrazione di aflatossine.

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