ATRIPALDA – Un osservatorio sul settore irpino delle costruzioni. Il Centro per la Formazione e la Sicurezza in Edilizia della provincia di Avellino si candida ad organismo d’analisi in grado di esaminare trend, necessità ed opportunità di business provenienti dal comparto produttivo territoriale. Obiettivo: migliorare le attività delle imprese, il loro posizionamento sul mercato nonché la loro capacità di uscire, in maniera qualitativa, dall’attuale crisi congiunturale.
Lo scopo emerge dall’incontro su “Piano casa e protocollo Itaca: nuove opportunità di business per l’impresa” tenutosi oggi (venerdì 2 dicembre) nella sede dell’Ente paritetico. “Talvolta alle aziende edili – spiega l’ingegnere Antonio Iannuzzi – manca la capacità di configurare la propria struttura organizzativa per poter intercettare i vantaggi del mercato”. “Per questo il Cfs – continua – intende proporsi come osservatore privilegiato per captare, sostanzialmente, le necessità e tradurle in opportunità per la crescita del tessuto imprenditoriale correlato al segmento delle costruzioni”.
Entusiasta dell’iniziativa Michele Di Giacomo, presidente del Cfs irpino “perché – evidenzia– promuove un elemento di modernità, aspetto che va implementato per poter individuare nuove chance funzionali allo sviluppo locale”. E sul Piano Casa dice: “si tratta di uno strumento importante per il rilancio dell’edilizia ma al momento i risultati sono stati inferiori alle aspettative per una serie di fattori come, ad esempio, le lungaggini burocratiche”. “Ci vuole – conclude – una forte azione sinergica e di sensibilizzazione nei confronti della Pubblica Amministrazione Locale per dare al piano di edilizia abitativa la possibilità di poter operare in maniera virtuosa”. Ne sottolinea l’aspetto strategico anche Antonio Famiglietti, vicepresidente dell’Ente bilaterale di Avellino. “Però è necessario – sottolinea – l’iniezione di risorse economiche aggiuntive ricavate dal settore pubblico di competenza”. Focus, poi, sul protocollo Itaca (strumento, approvato lo scorso aprile in Campana, che introduce i criteri di sostenibilità energetico-ambientale per gli interventi di ampliamento e sostituzione edilizia) e la sua relazione con il Piano Casa. Sotto esame, infine, le novità introdotte dal Decreto Sviluppo 106 del 2011.
“Intervento che – afferma l’ingegnere Michele Famiglietti – ha dato un po’ di respiro rendendo, come dire, meno ingessato lo strumento nazionale di edilizia abitativa, demandando alla norma nazionale, ad esempio, eventuali inerzie da parte delle Regioni che hanno adottato il Piano Casa”. “Un ruolo fondamentale – termina – lo giocheranno le Pubbliche Amministrazioni, ma bisogna stare sempre al passo con la legislazione di settore”.