Caso Sivis, ministero pronto ad aprire tavolo di trattativa |
Caso Sivis, ministero pronto ad aprire tavolo di trattativa
“Siamo pronti ad aprire un tavolo di trattativa qualora le parti lo richiedano”. E’ quanto il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Saglia, ha dichiarato in merito alla vicenda SIVIS, rispondendo a un’interrogazione presentata da Arturo Iannaccone in sede di Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, della quale il parlamentare del Mpa è componente. “E’ evidente – ha dichiarato Iannaccone a margine della seduta di Commissione – che da parte del Ministero c’è il massimo della disponibilità ad affrontare una vertenza che rischia di costare il posto di lavoro ad un personale altamente qualificato e che ha dimostrato alti livelli di professionalità. Il Ministero è pronto ad aprire un tavolo, ora occorre la disponibilità dei lavoratori, che certamente c’è, e della proprietà”. “Tuttavia, – ha aggiunto Iannaccone – , su indicazione del Sottosegretario, prenderò contatti con la INVITALIA, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, per verificare tutte le possibilità di sostenere la SIVIS, al fine di evitare una parziale acquisizione dello stabilimento che comunque comporterebbe la perdita di posti di lavoro.” “La Invitalia – spiega Iannaccone – agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo. I suoi obiettivi prioritari sono favorire l’attrazione di investimenti esteri, sostenere l’innovazione e la crescita del sistema produttivo e valorizzare le potenzialità dei territori.” “Puntiamo, quindi, ad una soluzione che riguardi tutto lo stabilimento Sivis, tutta la produzione e tutte le maestranze, con l’intento di garantire che nel nucleo di Conza non si perda un’attività produttiva importante e per arrestare la deindustrializzazione dell’Irpina. Alla luce della difficile crisi economica che ha colpito il nostro Paese – conclude Iannaccone – corriamo il rischio che altre industrie lascino la nostra provincia”.