Cinipide del castagno, l’allarme della Coldiretti irpina

Cinipide del castagno, l’allarme della Coldiretti irpina

La Coldiretti, forte della rappresentanza che la contraddistingue, in una lettera indirizzata al Presidente della Regione Stefano Caldoro intende denunciare il diffuso senso di malessere ed impotenza che stanno vivendo gli imprenditori castanicoli irpini e campani a causa dell’attacco distruttivo del Cinipide Galligeno del Castagno, un parassita che espone a continui rischi l’intero comparto produttivo.
In Irpinia la coltivazione del castagno ha sempre avuto una grande rilevanza di carattere economico, sociale ed ambientale. Nella sola provincia di Avellino, infatti, si concentra circa il 30% di tutta la produzione nazionale di castagne, mentre nell’intera Regione Campania sono circa 23.000 gli ettari destinati a castagneto, con rilevanti ripercussioni sia sulla economia locale che sulla salvaguardia del territorio da possibili disastri idrogeologici. Da tali dati emerge chiaramente l’importanza di intervenire con tempestività per tutelare le colture dall’aggressione del parassita.
“La Coldiretti – afferma il direttore della Coldiretti di Avellino Giuseppe Licursi – con la lettera a Caldoro, oltre a sollevare l’attenzione su un problema che può rivelarsi una catastrofe dal punto di vista ambientale ed economico, si propone di dare suggerimenti per evitare una possibile sciagura.”
“E’ importante – dichiara il Presidente Coldiretti di Avellino Francesco Vigorita – istituire una libera ed obiettiva attività di ricerca a 360° che affronti il problema della lotta al parassita, e soprattutto sarà necessario destinare risorse finanziarie per aiutare le aziende danneggiate e renderle partecipi nella risoluzione del problema, monitorando e denunciando la eventuale presenza dell’insetto nel loro impianto al fine di garantire un pronto intervento. Infine – conclude Vigorita – sarebbe opportuno sostenere, con opportune strategie di marketing, le nostre aziende e la qualità dei loro prodotti, rendendole più competitive sui mercati internazionali qualificando la manodopera e preservando la originalità del prodotto”.

SPOT