Concia, ora l’azzeramento dei dazi

Concia, ora l’azzeramento dei dazi
Il Vice Ministro per il Commercio estero A. Urso ha ufficialmente richiesto alla Commissione UE nella persona di K. De Gucht, nuovo Commissario al Commercio, l’azzeramento dei dazi all’import nell’Unione Europea per alcune importanti materie prime dell’industria nazionale. Tra queste compaiono, per …

Concia, ora l’azzeramento dei dazi

Il Vice Ministro per il Commercio estero A. Urso ha ufficialmente richiesto alla Commissione UE nella persona di K. De Gucht, nuovo Commissario al Commercio, l’azzeramento dei dazi all’import nell’Unione Europea per alcune importanti materie prime dell’industria nazionale. Tra queste compaiono, per espressa richiesta di UNIC, anche le pelli wet blue, che, per alcune tipologie, mantengono un dazio compreso tra il 2% ed il 5,5%. L’iniziativa di pressing sulla Commissione riguarda anche la possibilità di identificare meccanismi di sostegno nel caso di Paesi terzi che ostacolino le esportazioni di materie prime nell’Unione Europea, con esplicito riferimento ai dazi all’export di Brasile ed Argentina. UNIC ha sottolineato come molti Paesi (oltre ai sudamericani, anche India, Russia, Ucraina, ecc.), fornitori di pelli grezze e semilavorate alla conceria italiana ed europea, pongano in essere da anni barriere, principalmente di carattere tariffario, al proprio export al fine di avvantaggiare le aziende locali. La Commissione UE non è mai riuscita a eliminare o a porre un freno a tali scorrette pratiche protezionistiche, nonostante il pressing da noi effettuato insieme con Cotance, la confederazione europea degli imprenditori del comparto conciario. In più, la produzione comunitaria di pelli grezze è in tendenziale decremento da oltre un decennio mentre il relativo export extra-UE (libero da ogni forma di tutela, a differenza dei competitors) è in costante aumento (rispettivamente -8% e +35% solo nel biennio 2008-2009). Il rischio di vedere compromesso anche il bacino di approvvigionamento interno è quindi concreto; se questa tendenza, unita al protezionismo, persistesse, l’industria conciaria europea entrerebbe in una crisi prima di prezzi e poi di disponibilità entro pochi anni.

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