Contratto collettivo nazionale Concia, la nota del PdCI

“Il primo novembre è entrato in vigore il nuovo contratto collettivo nazionale del comparto conciario. Un passo in avanti sul fronte dei diritti e del salario, che prevede i miglioramenti normativi e l’aumento salariale di 115 € per il livello D2, rispetto ai 105 del precedente rinnovo, +7,25% della paga contrattuale”. E’ quanto sostiene la Federazione irpina del Partito dei Comunisti Italiani.
“È tempo che nell’industria conciaria italiana, si diffonda in maniera uniforme una cultura della sostenibilità, da tradurre in azioni di disinquinamento all’estremista del tubo ed iniziative di prevenzioni. E’ necessario – prosegue la norta – prevedere la riduzione dei consumi idrici e il progressivo disinquinamento delle acque di scarico, sia attraverso l’adozione di depuratori che di tecniche specifiche per limitare le materie inquinanti utilizzate. Costruire la filiera della concia in modo da avviare una virtuosa gestione e un riciclo del rifiuto, trovando soluzioni all’avanguardia per trasformare gli scarti della lavorazione della pelle in cuoio rigenerato, i residui animali in saponi e fertilizzanti e le polveri prodotte durante la rasatura e la smerigliatura in materiale per panelli isolanti da usare nell’edilizia. Il nodo centrale è l’innovazione tecnologica legata ai temi dell’ambiente, una scommessa che l’imprenditoria matura deve cogliere per incrementare la qualità e aprire una frontiera alla certificazione ambientale, vera sfida per l’intero settore”, conclude la nota.

SPOT