Costi politica, Uil a Roma per protestare contro i mancati tagli

“I provvedimenti degli ultimi mesi, compreso il Decreto Legge sulla spending review e la Legge sul finanziamento pubblico dei partiti, mostrano con tutta evidenza che i segnali di risparmio di spesa sui cosiddetti “costi della politica” sono ancora molto timidi”. E’ quanto fa sapere la segreteria provinciale della Uil attraverso il secondo rapporto sui costi della politica.
“Infatti, i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,9 miliardi di euro, tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e la “sovrabbondanza” del sistema istituzionale. Per il funzionamento degli organi Istituzionali si spendono 6,4 miliardi di euro, per le consulenze e il funzionamento degli organi delle società partecipate 4,6 miliardi di euro, per altre spese (auto blu, personale di “fiducia politico”, ecc.) 5,8 miliardi di euro, per il sovrabbondante sistema istituzionale 7,1 miliardi di euro.
Una somma che equivale all’11,5% del gettito Irpef (comprese le Addizionali locali), pari a 772 euro medi annui per contribuente, e che pesa per l’1,5% sul PIL. Secondo le nostre stime, sono oltre 1,1 milioni le persone che vivono, direttamente o indirettamente, di politica: il 4,9% del totale degli occupati nel nostro Paese. Un esercito composto da quasi 144 mila tra Parlamentari, Ministri, Amministratori Locali, di cui 1.067 Parlamentari nazionali ed europei, Ministri e Sottosegretari; 1.356 Presidenti, Assessori e Consiglieri regionali; 3.853 Presidenti, Assessori e Consiglieri provinciali; 137.660 Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali.
Per gli Organi di Regioni, Province e Comuni (funzionamento Giunte e Consigli) i costi ammontano a 3,3 miliardi di euro (108 euro medi per contribuente). Nel 2012 il solo costo stimato per il funzionamento dei Consigli e Giunte Regionali è di circa 1,1 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,6% rispetto al 2011.
Per le Province il costo per il funzionamento dei rispettivi Consigli e Giunte, come si ricava dai Bilanci di previsione del 2011, è stato di circa 434 milioni di euro (meno 1,1% rispetto all’anno precedente). Per i Comuni, comprese le Comunità Montane e le Unioni dei Comuni, nel 2011 (vale lo stesso discorso delle Province) il costo per il funzionamento delle Giunte e Consigli è stato di oltre 1,7 miliardi di euro (in aumento dello 0,7%).
Per le consulenze, gli incarichi, le collaborazioni e le spese per i comitati e varie commissioni la spesa nel 2011 è stata di quasi 2 miliardi di euro. Per i compensi, le spese di rappresentanza, il funzionamento dei consigli di amministrazione, organi collegiali, delle Società pubbliche o partecipate ed Enti, locali e nazionali, si sono spesi, nel 2010, 2,6 miliardi di euro.
Le “poltrone” tra Consigli di Amministrazione, Amministratori delegati ecc. sono 24.432, a cui vanno aggiunte 31.041 persone preposte agli organi di controllo (collegi dei revisori e collegi sindacali) ed oltre 23.375 consulenti, per un totale di quasi 79 mila persone (78.848). Ma si possono e si devono, inoltre, ottenere risparmi di spesa, che la UIL quantifica in almeno 7,1 miliardi di euro, approntando una riforma per ammodernare e rendere più efficiente il nostro sistema istituzionale.
Basti pensare che, se si accorpassero gli oltre 7.400 Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti, il risparmio ammonterebbe a circa 3,2 miliardi di euro. Per quanto riguarda le Province, al di là della loro revisione circoscrizionale contenuta nel decreto sulla “spending review”, se si limitassero a spendere risorse, soltanto per i propri compiti attribuiti dalla Legge, il risparmio sarebbe di 1,2 miliardi di euro annui, come viene ormai riconosciuto anche dalla stessa UPI. Sul fronte Regioni negli ultimi due anni si sono dati segnali di risparmi sui costi “istituzionali” a macchia di leopardo (-2,6%), con alcune Regioni (Lazio, Campania, Molise, Veneto), in controtendenza dove i costi, nell’ ultimo anno, sono aumentati. In ogni caso, al di là dei costi istituzionali, con una più “sobria” gestione del funzionamento degli uffici regionali si potrebbero risparmiare 1,5 miliardi di euro.
“Alla luce di questi dati – ha commentato il segretario generale irpino Franco De Feo -, nonostante i timidi segnali fatti registrare negli ultimi tempi, la UIL ritiene, che una parte preponderante della spesa improduttiva del nostro Paese sia rappresentata ancora dai cosiddetti “costi della politica”, che non sono solo gli stipendi degli eletti, quanto l‟abnorme numero di strutture e centri di costo spesso inefficienti e inefficaci. Il decreto sulla “spending review” intacca solo in parte il tema, dei costi di funzionamento degli Enti Istituzionali e delle sovrapposizioni istituzionali, e, comunque, gli effetti del modesto riassetto dei livelli istituzionali (Stato ed Enti Territoriali), saranno visibili, se ce ne saranno, soltanto a partire dai prossimi anni.
Intanto per “far cassa” si interviene rispolverando i tanti criticati tagli lineari della spesa, senza intervenire concretamente nell’ eliminazione degli sprechi. Infatti, si interviene sui lavoratori del pubblico impiego, senza toccare minimamente il costo del funzionamento politico dei Ministeri e degli altri organi istituzionali elettivi. Si agisce in modo molto “soft” sui Consigli di Amministrazione delle Società Pubbliche e sulle liquidazioni più o meno “coattive”, senza tenere conto della salvaguardia dei livelli occupazionali e senza andare in profondità sulle inefficienze di tali Enti, che generano deficit quantificabili in oltre 4 miliardi di euro l’ anno. Si taglia sulla sanità e sul sociale, ma non si mette mano al ridondante sistema istituzionale centrale e periferico di Stato ed Enti Territoriali. Non si accorpano i piccoli Comuni, ma ci si limita soltanto alla gestione associata dei loro servizi attraverso la costituzione di Unioni dei Comuni, con il rischio concreto di creare una nuova sovrastruttura comunale. Invece il Governo ha scelto la strada della spending review, col taglio dei servizi ai cittadini, piuttosto che dei costi. Per questo giovedì 19 luglio anche la Uil di Avellino sarà a Roma per la mobilitazione indetta con la Cgil, per manifestare contro scelte che non trovano alcuna giustificazione”.
A partire dalle ore 9.30 la Uil-Fpl, la Uil-Pa e la Uil-Rua saranno a Palazzo Vidoni per la mobilitazione nazionale indetta unitariamente alle categorie corrispondenti della Cgil.

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