Crisi e lavoro: la Campania scende in piazza a Napoli

“La Campania vive una fase da codice rosso, per le sue difficoltà strutturali e per le tensioni sociali crescenti, in una regione che dal 2008 ad oggi ha registrato un calo del Pil di oltre il 10%”. Così nel documento in cui i sindacati annunciano la moblitazione di domani a Napoli. “Le ricadute sul tessuto economico, produttivo e sociale sono molto pesanti – c’è ancora scritto – il 40% dei cittadini vive con un reddito sotto la soglia di povertà e cresce la preoccupazione per il rischio di rottura della coesione sociale, di emarginazione di interi territori e di esclusione delle fasce sociali più deboli, che potrà costituire il terreno di coltura per la malavita organizzata. La drammaticità non risparmia nessuno dei settori economici, produttivi e dei servizi della regione.
Ricordiamo alcuni dei punti nevralgici più esposti:
1) Sistema sanitario e dell’assistenza sociale;
2) Trasporti;
3) Forestazione;
4) Ambiente;
5) Società partecipate;
6) Aree di crisi territoriali e settoriali, che coinvolgono anche comparti trainanti della nostra economia.
Emblematiche le ripercussioni sul settore industria:
575 aziende in crisi;
più di 83 mila lavoratori a rischio;
oltre il 60% delle 15 mila imprese edili in difficoltà.
La responsabilità del Sindacato Confederale, a fronte dei sacrifici richiesti ai lavoratori ed alla collettività, non ha trovato, ad oggi, corrispondenza nei comportamenti e nelle scelte della filiera istituzionale. La straordinarietà della situazione richiede invece azioni istituzionali sinergiche, forti ed immediate, per invertire la tendenza ed uscire dalla crisi con la costruzione di un nuovo modello di sviluppo, in cui la Campania e il Mezzogiorno devono assumere un ruolo strategico per l’intero Paese.
Per questo chiediamo che i nostri interlocutori istituzionali condividano, attraverso un confronto urgente, scelte che diventano cruciali per il presente e per il futuro della nostra regione”.

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