Nella giornata inaugurale della Fiera Internazionale dell’agricoltura e della zootecnia di Foggia, si è svolto il convegno di presentazione del progetto Ffresco Campano, che coniuga innovazione e qualità per lo sviluppo del settore lattiero caseario. La proposta progettuale mira, attraverso una innovazione di metodo ed una stretta sinergia tra produttori primari, trasformatori ed enti di ricerca, al miglioramento qualitativo, nutrizionale e salutistico di alcune produzioni del comparto lattiero … |
Nella giornata inaugurale della Fiera Internazionale dell’agricoltura e della zootecnia di Foggia, si è svolto il convegno di presentazione del progetto Ffresco Campano, che coniuga innovazione e qualità per lo sviluppo del settore lattiero caseario. La proposta progettuale mira, attraverso una innovazione di metodo ed una stretta sinergia tra produttori primari, trasformatori ed enti di ricerca, al miglioramento qualitativo, nutrizionale e salutistico di alcune produzioni del comparto lattiero caseario regionale, senza intaccarne le caratteristiche di tipicità, valorizzando le antiche tradizioni rurali del territorio, ed arricchendo la tipologia produttiva di un ulteriore valore aggiunto.
Per questo i partners del progetto mettono insieme tutta la filiera produttiva e della ricerca. Al convegno sono intervenuti Aniello Troiano e Pino Mauriello dell’Istituto di Ricerca e Formazione per il Mezzogiorno di Benevento, capofila del progetto, Mena Nazzaro dell’ISA CNR Avellino, Vincenzo De Feo professore dell’Università di Salerno, Giancarlo Pepe chimico industriale e Giorgio Franco dirigente della Regione Campania.
Ha introdotto i lavori Aniello Troiano di I.R.Fo.M. spiegando che il progetto F.F.RE.S.C.O CAMPANO è attivato nell’ambito del PSR Misura 124 HC, “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e settore forestale” PER L’AMBITO OPERATIVO Innovazioni connesse al miglioramento della competitività del settore lattiero-caseario bovino.
Esso punta all’utilizzo di nuove metodologie in grado di assicurare una prolungata ed idonea conservazione di prodotti freschi spalmabili ottenuti da latte di allevamenti presenti sul territorio attraverso nuove tecniche in grado di assicurare una prolungata ed idonea conservazione.
Pino Mauriello ha messo in evidenza che si sperimenteranno due metodologie: un sistema di conservazione che integra le basse temperature con umidità ed atmosfera controllata, senza impiego di gas aggiuntivi; un sistema di packaging che prevede l’uso di matrici polimeriche food grade e safe grade, contenenti estratti vegetali, ottenuti da piante officinali presenti sul territorio campano ed utilizzati come conservanti naturali.
Il progetto vuole introdurre innovazioni di processo e di prodotto nel settore lattiero – caseario mantenendo le caratteristiche di tipicità, salvaguardando le antiche tradizioni rurali del territorio ed arricchendo la tipologia della produzione.
Mena Nazzaro dell’Istituto di Scienze dell’alimentazione del CNR ha spiegato che ’idea è quella di introdurre un sistema di conservazione che integri le basse temperature con umidità ed atmosfera controllata, senza impiego di gas aggiuntivi ed un sistema di confezionamento contenenti estratti vegetali, ottenuti da piante officinali presenti sul territorio campano ed utilizzati come conservanti naturali.
Il professore De Feo, esperto dell’OMS per il settore delle Medicine Tradizionali e le Piante Medicinali, ha rilevato che negli ultimi decenni, i molti dibattiti su argomenti quali gli OGM, la BSE, hanno determinato, sia da parte del mondo produttivo che da parte delle autorità legislative, la necessità di garantire al consumatore prodotti naturali, di qualità e con elevati requisiti di sicurezza e salubrità.
L’Italia è uno dei paesi produttori di formaggi più importanti a livello comunitario. Nel sistema agroalimentare campano, la filiera lattiero-casearia riveste una notevole importanza.
La zootecnia da latte bovino può costituire un forte punto di connessione con il territorio, in termini economici, sociali e culturali, e rappresentare un “elemento di sviluppo” importante in termini lavorativi, in grado di contribuire all’incremento occupazionale.
L’ingegnere Pepe, ha posto l’accento sull’importanza dell’allevamento zootecnico, praticato in tutte le province della Campania che rappresenta la prima regione italiana per numero di imprese del settore lattiero-caseario; conta 307 caseifici e centrali del latte, 18 centri di raccolta, 10 stabilimenti di enti cooperativi agricoli.
Ha concluso i lavori Giorgio Franco, dirigente della Regione Campania, affermando che i formaggi bovini prodotti in Campania si diffondono sempre più in contesti di distribuzione alternativi a quelli tradizionali: agriturismo, grossi distributori, locali commercializzati specializzati. Generalmente, la presenza di produzioni tipiche e riconosciute, ha negli ultimi anni rafforzato le produzioni regionali in un contesto competitivo sempre più globalizzato.
Oltre all’esigenza di prodotti tradizionali il più possibile naturali, di qualità e sicuri, oggi il consumatore è orientato anche al consumo di prodotti freschi, quali i formaggi freschi spalmabili, di sicura provenienza, preferibilmente della stessa regione, che tuttavia sono penalizzati da una vita di scaffale breve.