Operai Irisbus all’unisono: “Da oggi è occupazione”

Ore 12,40 – E’ terminata da circa mezz’ora l’assemblea degli operai dell’Irisbus. “Ci sono 700 persone arrabbiate. Abbiamo deciso cose eclatanti” queste le prime parole di Giuseppe Zaolino segretario generale Fim Cisl. “Lo abbiamo fatto – continua il segretario – con un risultato storico, per la prima volta vi è stata una fusione di vedute tra operai ed impiegati tutti insieme per difendere la chiusura dello stabilimento. Le decisioni sono che per oggi e domani si continua con lo sciopero e si aggiunge alle forme di protesta l’inizio di assemblea permanente, dunque la fabbrica da oggi è occupata. Lunedì ci sarà ulteriore assemblea di due ore, in mattinata, per valutare se sono accaduti fatti nuovi. Sul fronte esterno è in preparazione un documento che sottoscriveranno tutti e 700 i dipendenti che chiedono a gran voce le dimissioni di Caldoro, perché ha fallito come governatore della Campania e di aprire la crisi di governo regionale sulla chiusura della fabbrica di Valle Ufita. Ci sarà, inoltre, un secondo documento da inviare al capo dello stato che è l’unica persona che gode della fiducia dei lavoratori dell’Irisbus, chiedendo un suo vero intervento energico risolutivo affinché non si chiuda la fabbrica”. In merito alla mediazione con il ministro Romani Zaolino ha spiegato: “E’ fallita, perché Romani tentava di coprire la Fiat mentre chiudeva la terza fabbrica in Italia”.

Ore 11,30 – E’ in corso da oltre due ore l’assemblea degli operai dell’Irisbus. Con loro anche i rappresentanti sindacali. La riunione si tiene all’interno dello stabilimento di Flumeri. L’aria è molto tesa, ma almeno per ora non si segnalano problemi di ordine pubblico. Le organizzazioni di categoria dopo aver informato tutti i lavoratori sull’esito dell’incontro di ieri – bocciata la proposta del ministro Romani che prevedeva il congelamento di due mesi della vendita della fabbrica al gruppo Di Risio – adesso stanno vagliando le forme di protesta da mettere in campo per scongiurare la chiusura. Non si esclude nessuna ipotesi: in molti propendono per la linea dura con l’occupazione.

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