Irisbus, Cicchella: “Il futuro dell’azienda è in mano al Governo”

ECONOMIA IRPINIA – “30 lavoratori su 100 hanno scelto di accettare la trasferta – nei trenta ci sono iscritti di varie sigle sindacali – e a nulla è valso il tentativo di convincerli a non accettare. Questi lavoratori, a loro dire, la pensano differentemente dagli altri di cui una decina del famoso comitato che dal primo momento forse per ragioni politiche o per altre ragioni, afferma di proseguire nella lotta senza nessuna possibilità di mediazione: le “due facce della medaglia”. Altri circa 600 lavoratori, dopo oltre 50 giorni di lotta, aspettano una risposta seria dal sindacato, dalla politica locale, Regionale e Nazionale . Ma ancora oggi assistiamo a polemiche tra i vari soggetti sindacali e politici”. Così Giovanni Cicchella, segretario provinciale dell’Ugl-Metalmeccanici.
“Una risposta va data all’assessore Solimine il quale ancora una volta attraverso la stampa fa proposte di progetti industriali e di tipologie di prodotto ”ibrido a propulsione elettrica”: l’assessore non ha seguito con attenzione la storia dell’Irisbus visto che non sa che è stato già sperimentato e venduto da IRISBUS in Italia e nel mondo. Per risolvere la questione non servono nuove progetti industriali, che comunque FIAT porta avanti con capacità di ricerche e sviluppo.
Occorre un piano nazionale di trasporto che sostituisca l’attuale parco autobus, vecchio e fuori legge. E di ciò ne abbiamo fatto presente a Solimine e agli altri politici proprio in una riunione sulle problematiche dell’Irisbus e della FMA fatta presso l’assessorato per le politiche del lavoro circa sette mesi orsono. Un piano nazionale di trasporto che stiamo ribadendo con forza in tutte le iniziative fatte in questi 50 giorni. Ma al di là delle polemiche che non danno una risposta ai 685 lavoratori e ai lavoratori dell’indotto, – prosegue Cicchella – c’è un solo modo per convincere FIAT a fare retro marcia sulla decisione presa e comunicata agli investitori: convincere il governo con le buone o con le cattive a trovare i soldi per un piano nazionale di trasporto quinquennale. Cosa che si può ottenere solo con il fronte comune di tutti i parlamentari irpini e campani, di maggioranza e di opposizione, così come ha fatto la Lega sulle quote latte, e con una forte azione dei segretari confederali di Cigl, Cisl, Uil e Ugl: tutto ciò prima del 31 Agosto altrimenti. Si sta rischiando la fine di una realtà produttiva e l’avvio di una dismissione industriale di tutta la provincia”.

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