AVELLINO – “Una professione di utilità sociale che tende alla salvaguardia dell’ambiente”. Questo il fulcro che è emerso dal convegno di studi che si è svolto questa mattina presso il Carcere borbonico di Avellino. Un incontro dibattito promosso ed organizzato dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Avellino guidati dal dott. Tommaso Vitale. E’ stato proprio il presidente irpino ad aprire i lavori. Ospite d’eccezione il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Agronomi dott. Andrea Sisti il quale ha offerto validi spunti di riflessione ed analisi soprattutto in merito alla riforma degli ordini professionali. Presente anche il Direttore del Cnr di Avellino nonché Assessore provinciale all’agricoltura dott. Raffaele Coppola e il dirigente dello Stapa Cepica dott. Alfonso Tartaglia. Un contributo è stato offerto anche dal dott. D’Avanzo, Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Avellino il quale ha posto l’attenzione sull’importanza della sinergia tra le varie professioni. Il convegno è stato coordinato proprio dal Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi della Provincia di Avellino, dott. Tommaso Vitale il quale ha fatto da padrone di casa offrendo di volta in volti vari spunti e validi contributi alla folta platea di agronomi presenti. Nel corso della mattina si sono alternati gli interventi del dott. Serafino Ranaudo, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Benevento, il dott. Gabriele Costa, presidente dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Caserta, il dott. Emilio Ciccarelli, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e forestali della provincia di Napoli, il dott. Domenico Maisto, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Salerno. Un’attenta discussione sul tema in questione che ha visto la partecipazione anche dei consiglieri meno giovani come Gennaro Fusco e Giuseppe Freda. Il presidente Vitale ha presentato i lavori ponendo immediatamente l’accento sul ruolo strategico che rivestono i dottori agronomi e forestali nella difesa e salvaguardia del territorio: “La nostra professione è di utilità sociale che tende alla salvaguardia dell’ambiente. In sintesi noi professionisti miriamo ad uno sviluppo integrale in una logica di sviluppo sostenibile”. Quindi l’intervento del Dott. Raffaele Coppola «La nostra è una categoria considerata ibrida e credo che iniziative di questo genere servano a far conoscere le competenze degli agronomi. Il nostro punto di forza è l’eclettismo dovuta alla nostra formazione è tale da metterci in condizione di comprendere un pò di tutto» A seguire il contributo del dott. D’Avanzo (Ordine dei Medici di Avellino) «Stiamo stringendo una stretta collaborazione tra diverse professioni come gli agronomi, gli ingegneri e i veterinari in quanto siamo convinti che la sinergia tra varie professioni sia fondamentale e contribuisca alla risoluzione dei problemi». Gabriele Costa, presidente degli Agronomi di Caserta ha posto l’accento sul ruolo fondamentale dell’agronomo ponendo l’attenzione sullo studio e la pianificazione: “Ci sono alcune problematiche che non possono essere risolte da un’unica professionalità pertanto gli agronomi può svolgere un ruolo di connessione, di sintesi, con altri professionisti del settore come gli ingegneri, i geologi, e perchè no i sociologi. Un ruolo generalista che non esclude un ruolo di specialista. Noi siamo centrali nell’ambito della pianificazione paesaggistica». Il dott. Domenico Maisto, presidente dell’Ordine professionale di Salerno ha contribuito notevolmente alla buona riuscita del convegno portando all’attenzione della platea quelle che sono le competenze specifiche degli agronomi. Ovvero quelle enunciate nella legge del 7 gennaio 1976 e successive modifiche ed integrazioni. “Il rapporto con le altre categoria professionali non ci deve affliggere Noi abbiamo poche competenze esclusive ma abbiamo infinite possibilità di svolgere la nostra professione in sinergia con altri addetti ai lavori. Mi riferisco soprattutto a quegli incarichi che la legge definisce di notevole complessità che implicano necessariamente ad un lavoro di gruppo, sinergico tra professioni». Spaio dunque all’intervento del presidente dell’Ordine di Benevento, Serafino Ranaudo il quale ha posto l’attenzione soprattutto sulla prevenzione e sul ruolo strategico dell’agronomo in questa direzione. Il dott. Alfonso Tartaglia, dirigente dello Stapa Cepica di Avellino ha invece fatto un exscursus storico del ruolo dell’agronomo nella pubblica amministrazione partendo dal vecchio ispettorato agrario per arrivare a fondi europei e al ruolo strategico di questa figura non sempre cosciente delle proprire capacità. Il dott. Vito Ciccarelli, presidente degli Agronomi della provincia di Napoli ha invece illustrato, con il supporto di alcune slides quelli che sono i dati relativi allo sviluppo rurale nella provincia di Napoli soffermandosi soprattutto su quella che è la governance del territorio rurale. Le conclusioni sono state affidate ad Andrea Sisti, Presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine Nazionale dei dottori agronomi e forestali il quale, attraverso una relazione puntuale, ha affrontato diversi temi che hanno visto l’interesse di tutta la platea. “Voglio conoscere le diverse realtà territoriali perché credo che, per il ruolo che svolgo, sia necessario conoscere da vicino cosa si fa e le difficoltà che gli ordini provinciali vivono in questo momento. Difficoltà sicuramente legate al difficile momento che l’Italia e l’Europa stanno attraversando. Notevoli le novità che riguardano il nostro settore: dall’introduzione dell’I.M.U. che interesserà anche gli immobili accatastati per le attività produttive e rurali alle modifiche degli ordini professionali. Ed è proprio su questo argomento sul quale intendo soffermarmi, ovvero sulla liberalizzazione delle professioni. L’accesso alla professione segue essenzialmente il filone legato alla direttiva della qualifica e alla direttiva dei servizi. Voglio porre alla vostra attenzione sulle ultime novità discusse in Parlamento. Come sapete gli ordini professionali non verranno cancellati ma dovranno adeguarsi ad alcuni punti che riguardano l’esame di Stato, la libertà di accesso alla professione, l’obbligatorietà della formazione continua e l’introduzione obbligatoria della responsabilità civile». Si tratta di vari aspetti che meritano la giusta attenzione ed approfondimento per i quali ci sarà sicuramente un nuovo convegno di studio.