Progetti integrati di filiera, entro il 10 marzo l’approvazione

Progetti integrati di filiera, entro il 10 marzo l’approvazione
L’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianfranco Nappi, nel corso dell’ Incontro- dibattito sul tema “I progetti integrati di filiera, un’opportunità per lo sviluppo rurale”, ha promesso tempi brevissimi per l’approvazione dei progetti. “Ho iniziato io questo processo- ha affermato- ed io intendo ch…

Progetti integrati di filiera, entro il 10 marzo l’approvazione

L’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianfranco Nappi, nel corso dell’ Incontro- dibattito sul tema “I progetti integrati di filiera, un’opportunità per lo sviluppo rurale”, ha promesso tempi brevissimi per l’approvazione dei progetti. “Ho iniziato io questo processo- ha affermato- ed io intendo chiuderlo. Si tratta, a mio avviso, di una manovra di politica economica, tra le più importanti. Tra le cose più significative dei Pif, il fatto che gli agricoltori abbiano costretto la politica ad occuparsi del settore”. Il Pif è di uno strumento varato pochi mesi fa dalla Regione Campania con un bando unico da 170 milioni, il cui obiettivo, di promuovere e fortificare i prodotti proprio attraverso la strategia di filiera, è stato subito colto dai soggetti pubblici e privati del territorio che hanno fatto sinergia per parteciparvi presentando tre diversi progetti che riguardano il grano, le carni e naturalmente l’olio. Nappi ha pubblicamente ringraziato il Comune di Ariano Irpino, il Sindaco Antonio Mainiero, l’Assessore all’Agricoltura Nicola Castagnozzi, per l’opportunità data con il convegno di approfondire l’argomento e ha sottolineato, dopo l’intervento di associazioni di categoria e degli stessi agricoltori, lo spirito giusto con cui si sta affrontando questo opportunità che ha già, quale dato positivo, la collaborazione creatasi tra pubblico e privato. Tre le condizioni fondamentali per l’approvazione dei Pif: una maggiore remunerazione per la parte più bassa della filiera e quindi per i produttori; la qualità, che va sempre migliorata e resa “rintracciabile”; l’identità, con prodotti che parlino di sé e della cultura che vi è intorno. La sala convegni del centro pastorale San Francesco di Ariano era gremita per l’occasione, presenti in sala numerosi sindaci dell’area della Dop dell’olio, tantissimi produttori, anche alcuni del beneventano partner del Pif delle carni, e poi consiglieri comunali, esponenti politici di diverse aree. Tra le presenze illustri l’ex Assessore Regionale Rosetta D’Amelio e l’Assessore Provinciale all’Ambiente Mimmo Gambacorta. Al tavolo dei relatori tutti gli attori protagonisti del partenariato per i progetti integrati di filiera. Ha sciolto il ghiaccio con un suo saluto il Sindaco di Ariano Antonio Mainiero che nel ringraziare per la sua presenza ad Ariano l’Assessore Nappi, ha sottolineato quale arricchimento possa rappresentare, dal punto di vista sociale ed economico, la sinergia sorta intorno ai Pif. E’ entrato nei dettagli tecnici, spiegando ai non addetti ai lavori cosa sono esattamente i Pif e come si inseriscono in una filosofia di sviluppo integrato del territorio, Alfonso Tartaglia, della Regione Campania, Dirigente Stapa Cepica di Avellino che ha collaborato nell’organizzazione del convegno. I Pif non uno strumento passeggero, ma che assicuri uno sviluppo duraturo che renda competitivo il sistema agroalimentare e che, attraverso una buona opera di marketing del prodotto, restituisca una risposta in termini turistici e quindi di occupazione per i giovani, questi gli obiettivi secondo l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Ariano Nicola Castagnozzi. L’attenzione del convegno è stata maggiormente focalizzata, inevitabilmente sul Pif dell’olio che è quello che maggiormente coinvolge il territorio arianese; Michele Masuccio, Presidente del Consorzio Coprovoli, che ha collaborato all’organizzazione del convegno, ma è soprattutto capofila del Pif oleicolo, ha approfondito l’argomento con numeri ed esperienze, evidenziando come risultati quali la Dop abbiano alle spalle un duro lavoro di produttori e fratoiani durato 10 anni, con l’aiuto degli enti locali e delle associazioni di categoria. A questo proposito, interessante e ricca di ottimismo è stata la testimonianza di Ciriaco Petrilli dell’Associazione Appoi, che ha dimostrato come portare le persone a vedere le bellezze del territorio e ad apprezzarne i prodotti, sia possibile. Mario Grasso, Presidente Agrimpresa Service che ha materialmente redatto i Pif ha posto l’accento sul fatto che dietro la creazione di tali progetti agroindustriali vi sia l’ascolto, in modo tale da poter rispondere realmente alle esigenze del territorio. Giuseppe Licursi, Direttore Coldiretti di Avellino ha espresso tutta la soddisfazione da parte dell’organizzazione che rappresenta, ma anche la sua personale, per un primo risultato raggiunto nel mettere in piedi tale progettualità con l’augurio, naturalmente, che i Pif vengano approvati. Ha parlato di “piccolo miracolo”, Antonio Mango, Presidente della Cia di Avellino, riferendosi al fatto che finalmente si sia in presenza di un progetto che coinvolge piccole e medie imprese, che mette insieme attori spesso in concorrenza tra loro e dove la politica locale sta dando il meglio di se. “Se si riesce in questo Pif- ha affermato- si potranno fare molte altre cose insieme”. “La Comunità Montana dell’Ufita vuole sostenere la produzione di qualità a cui bisogna aggiungere il turismo rurale” ha affermato Oreste Ciasullo, Presidente dell’ente che ha colto l’occasione per fare un accenno alla questione della sopravvivenza delle comunità montane. L’ultimo piacevolissimo intervento, prima delle conclusioni dell’Assessore Nappi, è stato quello del Professor Raffaele Sacchi dell’Università Federico II, Facoltà di Agraria a Portici che, oltre ad illustrare le magnifiche caratteristiche organolettiche del Ravece e ad affrontare aspetti quali l’importanza della ricerca, l’innovazione per migliorare la qualità del prodotto, ha sostenuto l’importanza di puntare alle tradizioni e alla ricca cultura del territorio, con musei dell’olio, vecchi frantoi, percorsi didattici per i bambini, sfruttando le grandi potenzialità del mondo rurale. Tra le altre cose Sacchi ha anche sottolineato la necessità di uno sforzo ancor maggiore da parte dei produttori per arrivare ad un’unica bottiglia, ad un’unica etichetta dell’olio Ravece con il marchio Dop “Irpinia- Colline dell’Ufita”.

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