Rifondazione: la battaglia per l’Irisbus non si ferma

L’esito dell’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, inerente alla vertenza Irisbus è deludente, inaccettabile e scandaloso perché non propone soluzioni ragionevoli riguardo al futuro occupazionale delle maestranze, al destino del territorio Irpino ed evidenzia, senza equivoci, la subalternità del Governo all’arroganza del gruppo Fiat che, rubata la cassa, riempita con risorse economiche pubbliche, cerca di scaricare i lavoratori e le lavoratrici italiani per trasferire la produrre in Paesi in cui la mano d’opera ha costi notevolmente bassi, considerato il livello di sfruttamento, la scarsa applicazione delle norme di sicurezza e, l’inumana flessibilità degli orari di lavoro. Così in una nota Rifondazione comunista. “Il Ministro Romani ha il dovere di convocare la conferenza Stato-Regioni ed elaborare un piano di rinnovo del parco machine nazionale, adesso obsoleto ed inquinanante per il 75% – per presenza d’amianto ed immissioni nocive – così come rilevato dalla commissione di controllo europea che, tra l’altro, minaccia pesanti sanzioni; e imporre al gruppo Fiat di onorare gli impegni, anche attraverso la richiesta del risarcimento dei fondi ottenuti negli ultimi 40 anni. Il rappresentante del Governo con le sue ipocrite dichiarazioni, tenta di scaricare tutte le responsabilità sui lavoratori e le organizzazioni sindacali che giustamente, respingono l’ingresso d’imprese (D.R.) con evidente e certificata incapacità economica e, la prospettiva di interrompere la produzione d’autobus lo stabilimento della Valle Ufita è nato per costruire mezzi di trasporto pubblico, lo scopo sociale non va messa in discussione. Trascorsi due mesi, nulla è mutato, il tentativo di dividere l’unità dei lavoratori, puntando anche sulla stanchezza e le difficoltà economiche delle famiglie colpite è fallito inesorabilmente. La lotta deve continuare, occupando lo stabilimento. I sindaci, le istituzioni, le forze politiche, l’intera comunità Irpina, finite le passerelle, devono schierarsi, in prima linea, a sostegno di questa battaglia dura ma non impossibile. Gli operai e le operaie non sono pupi da manovrare per meschini ed ipocriti interessi di parte. Chi pensa di costruire le propria visibilità speculando sulla pelle della gente che soffre non è degna di attenzione. Per quanto ci riguarda, continueremo ad essere dalla parte giusta, con coerenza, serietà e rispetto, continuando ad impegnare il partito a tutti i livelli, quindi, nei prossimi giorni coinvolgeremo le Brigate di Solidarietà Attiva – struttura capace di offrire assistenza logistica – e, inizieremo su scala provinciale, una raccolta di fondi per sostenere le spese economiche del presidio”.

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