«La sfida dell’innovazione deve coinvolgere tutte le realtà imprenditoriali, dalle più grandi alle Pmi fino a quelle a conduzione familiare, per consentire al maggior numero possibile di aziende di poter continuare ad essere competitive sui mercati di riferimento e di ampliare i volumi di produzione. Diversi studi mettono, al contrario, in evidenza quanto il processo di innovazione sia appannaggio quasi esclusivo delle realtà aziendali più grandi e consolidate. Ai professionisti spetta il compito di colmare questo gap che rischia di rallentare la ripresa del tessuto economico riducendo al minimo il “digital divide” che non riguarda solo il tessuto sociale ma anche quello imprenditoriale». Lo ha affermato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso della presentazione del forum “Technology Trends e nuovi modelli di trasferimento dell’Innovazione nell’Ecosistema delle PMI”, promosso dall’Odcec Napoli, che si terrà giovedì 16 febbraio, alle ore 15:00, presso la sede dell’Ordine partenopeo.
«Bisogna fare sistema con un obiettivo in comune: migliorare le potenzialità dell’economia digitale – ha sottolineato Giorgio Ventre Direttore Scientifico Apple Developer Academy – attirare capitali ed investimenti, e porre le condizioni per uno sviluppo duraturo e prolungato. Sfida difficile senza dubbio alcuno, ma al contempo stimolante».
«Fare dell’innovazione tecnologica la chiave dello sviluppo futuro del tessuto imprenditoriale è la mission del futuro. Una risorsa intangibile ma più forte di qualsiasi altro fattore produttivo, un’energia invisibile che potrà finalmente spingere la nostra regione a riprendersi il ruolo di capitale del mediterraneo che le spetta per storia, tradizione e prestigio».
Per i Consiglieri dell’Odcec di Napoli con delega alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Gianluca Battaglia e Maria Cristina Gagliardi: «l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Napoli è in prima fila per intercettare tutte le reali potenzialità di sviluppo del territorio e l’evento del 16 febbraio ne è una chiara dimostrazione. Lo sviluppo passa attraverso la professionalità e la competenza dei dottori commercialisti che sono gli unici interlocutori affidabili per coniugare le esigenze delle imprese a quelle delle istituzioni».
Il Presidente della Commissione Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Fabrizio Monticelli, sottolinea come «una grande città come Napoli che ha nell’innovazione la sua vocazione naturale non possa che profondere tutti i propri sforzi per trarre dalla innovazione la spinta verso un rilancio più generale dell’economia cittadina».
Per Edoardo Imperiale, Amministratore delegato Campania DIH «il lavoro comune con ‘L’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli’ ha l’obiettivo di promuovere la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze per il trasferimento dell’innovazione nell’ecosistema delle PMI. L’Istat racconta che il Sud, rispetto al resto del Paese, è indietro ma il tessuto produttivo è dinamico e qui abbiamo i maggiori margini di crescita. Serve allora accelerare. Siamo in campo per fornire ai professionisti interessati strumenti e know how idonei a incrementare la conoscenza delle opportunità derivanti dal processo di digitalizzazione e transizione tecnologica».
Giovanni Lombardi, Presidente del gruppo Tecno ha affermato che «esiste una stretta correlazione tra le imprese più innovative e quelle che affrontano la sfida ESG: da tener presente che il periodo del “ greenwashing” è finito, e che la sfida per le aziende è pluriennale, continuativa e “educativa”, ossia come detto impatta tutte le funzioni aziendali e tutti, ma proprio tutti, i dipendenti».
Il professore Luigi Nicolais, Coordinatore CTS della commissione Sviluppo Attività Produttive ricerca ed innovazione, ha sottolineato come «il nostro grande patrimonio immateriale in ambito di ricerca e innovazione è destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale, attraverso un contributo lucido e razionale alla transizione di una società basata sulla conoscenza. Tenendo conto che l’innovazione e la tecnologia sono generalmente il prodotto di attività di ricerca svolte negli Atenei e negli Enti di Ricerca, appare di solare evidenza la necessità di incrementare una cooperazione fra i diversi attori territoriali del sistema, attraverso l’engagement delle piccole e medie imprese (PMI) in ottica di open innovation».