Unione Provinciale Agricoltori di Avellino in piazza a Roma

Anche l’Unione Provinciale Agricoltori di Avellino ha partecipato alla manifestazione tenutasi questa mattina in piazza Montecitorio a Roma. Confagricoltura, CIA e Copagri hanno manifestato unitariamente per invitare il Governo ad una maggiore attenzione al settore che già sconta numerose difficoltà. Quintuplicare la tassazione in agricoltura significa mettere fuori mercato più di 200 mila imprese. E’ necessario rivedere l’impatto dell’Imu, dal momento che l’imposizione fiscale anche sui fabbricati rurali, strumentali all’attività di coltivazione o di allevamento, è una profonda iniquità, che non trova giustificazione alcuna. Un’imposta assurda e penalizzante che determinerà un vero e proprio “salasso” da 1,5 miliardi di euro.
Questo non significa che il mondo agricolo voglia, vista la fase critica che attraversa il Paese, sottrarsi alle proprie responsabilità. Non è stato valutato l’effetto devastante che l’Imu potrà avere sulle imprese agricole. Siamo pronti ai sacrifici, ma non possiamo accettare misure distruttive dell’imprenditoria agricola. Non possiamo assistere passivamente alla fine delle imprese agricole che oggi scontano redditi inferiori a quelli del 2005. Se l’obiettivo del governo è quello di rilanciare l’economia, non si può dimenticare che l’agricoltura ha un ruolo centrale per la crescita del Paese. Le tre Confederazioni agricole sollecitano che sull’Imu ci sia un adeguato ripensamento. Chiediamo che il Governo intervenga anche sul problema del “caro gasolio”, che sta avendo effetti traumatici per le imprese. In pochi mesi, il prezzo del carburante agricolo è cresciuto del 25%, aggravando i costi, già pesanti, che l’agricoltore è costretto a sostenere.
Analogo discorso per i sacrifici richiesti al settore agricolo anche in termini di lavoro e previdenza che tuttora sono insostenibili. Su questo versante ribadiamo l’esigenza di mitigare l’aumento degli oneri contributivi dei lavoratori autonomi agricoli previsto dal governo Monti. E proprio i coltivatori diretti sono tra le figure più penalizzate, dal momento che sono stati esclusi dai provvedimenti per la crescita previsti per altri settori.
Una situazione, dunque, estremamente complessa quella della nostra agricoltura che fa, peraltro, i conti con i gravissimi danni subiti, prima per il blocco dei Tir e poi per la disastrosa ondata di maltempo: oltre 500 milioni di euro, con danni in Irpinia, in base ad una statistica interna della Confagricoltura, intorno al 30% delle colture con punte del 70%. Per le aziende colpite è opportuno che vengano bloccati i pagamenti fiscali e contributivi e i mutui e attivati pronti interventi secondo le procedure di legge. Siamo disposti a credere in questo Paese -hanno concluso i tre presidenti- nella misura in cui questo Paese è disposto a credere nell’agricoltura.

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