Atripalda, ambulanti incominciano ad abbandonare il mercato

Atripalda, ambulanti incominciano ad abbandonare il mercato
Sono cinque gli ambulanti che hanno incominciato ad abbandonare il mercato settimaale di Atripalda, senza nemmeno aspettare quello che deciderà il consiglio comunale. L’amministrazione, dopo il blitz dei Nas che ha decretato il divieto di esercitare il mercato nella sua sede storica, avrebbe l’inten…

Atripalda, ambulanti incominciano ad abbandonare il mercato

Sono cinque gli ambulanti che hanno incominciato ad abbandonare il mercato settimaale di Atripalda, senza nemmeno aspettare quello che deciderà il consiglio comunale. L’amministrazione, dopo il blitz dei Nas che ha decretato il divieto di esercitare il mercato nella sua sede storica, avrebbe l’intenzione di spostare gli stand in due posti differenti: il Parco delle Acacie sarebbe dedicato al settore alimentare mentre in contrada Santissimo andrebbero le merci degli altri settori. Nella mattinata di ieri, una delegazione degli ambulanti del settore alimentare si è recata in Municipio per consegnare ufficialmente una petizione di protesta nei confronti della possibile decisione di dividere il mercato, firmata da tutti gli ambulanti del settore tranne da chi ha già abbandonato il mercato di Atripalda per altre destinazioni: “Nell’approssimarsi del consiglio comunale, – si legge nella petizione – con ordine del giorno la localizzazione del mercato settimanale, riteniamo opportuno chiarire che l’attuale area occupata da noi alimentaristi, in modo provvisorio, non è consona alle nostre aspettative. Quindi, contrariamente a quanto emergeva da parte della commissione consiliare, che nell’incontro avuto il 4 novembre scorso dichiarava di un eventuale nostro gradimento nell’occupare Parco delle Acacie, ribadiamo con estrema decisione che l’unica area che soddisfa l’esigenza dei clienti e di noi operatori rimane esclusivamente la sede storica al centro di Atripalda, accorpando il nostro settore alimentare con quello non alimentare. Sicuri che mai vi macchiereste la coscienza spostando il mercato in Parco delle Acacie, con la conseguente morte dello stesso e il naturale fallimento economico delle nostre attività e del globale commercio atripaldese”.

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