Cervinara, 10 anni dopo l’alluvione: la protesta

Cervinara, 10 anni dopo l’alluvione: la protesta
In occasione del ventinovesimo anniversario del Terremoto in Irpinia e a distanza di pochi giorni dal decennale della tragica alluvione che colpì Cervinara e San Martino Valle Caudina – i militanti cervinaresi di CasaPound Avellino e del Blocco Studentesco Irpino – hanno appeso alcuni striscioni per…

Cervinara, 10 anni dopo l’alluvione: la protesta

In occasione del ventinovesimo anniversario del Terremoto in Irpinia e a distanza di pochi giorni dal decennale della tragica alluvione che colpì Cervinara e San Martino Valle Caudina – i militanti cervinaresi di CasaPound Avellino e del Blocco Studentesco Irpino – hanno appeso alcuni striscioni per onorare, con un’azione stile Cpi, la memoria di quelle tragiche ore, denunciando la vergognosa situazione odierna. “Sicurezza Subito” è il testo del messaggio esposto nelle frazioni alluvionate di Joffredo e Castello, a Cervinara, dove a distanza di un decennio dal disastro idrogeologico, nessuno ha messo in sicurezza la zona, prolungando di dieci lunghi anni l’onda dell’alluvione e i rischi per l’incolumità dei cittadini. E’ inammissibile – dichiara il Presidente Provinciale Valerio Criscuoli- che nemmeno dopo dieci anni l’area alluvionata di Cervinara sia stata messa in sicurezza. Quando avrà fine la dolorosa parentesi aperta nel lontano 16 dicembre 1999? CasaPound chiede a chi di dovere un intervento immediato- afferma il responsabile dell’associazione di promozione sociale- con l’abbattimento delle mura pericolanti nella zona alluvionata, l’organizzazione di un piano di emergenza ed evacuazione coordinato per tutta la comunità ed un pubblico aggiornamento sulla situazione idrogeologica e tellurica del Parco del Partenio. Ricordiamo, con un monito per il presente ed un appello per il futuro, le vittime del Terremoto del 23 novembre 1980 e dell’alluvione del 16 dicembre 1999. Non vogliamo versare altre lacrime o parlare di catastrofi annunciate, bensì lottiamo e denunciamo l’indegna realtà di oggi, che rappresenta un insulto ai morti e ai feriti di ieri.

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