“Nell’Irpinia delle sorgenti, una sorta di grande acquedotto naturale, l’acqua dovrebbe essere un patrimonio comune addirittura scontato. In fin dei conti, basta aprire un rubinetto per averne. Ma non è così. La popolazione irpina è stanca dei continui disagi e disservizi: emergenze continue d’estate e d’inverno causate da una rete idrica fatiscente e obsoleta. Ecco perché chiediamo le dimissioni del Presidente Lello De Stefano responsabile da anni di questo stato di cose”.
Con questa petizione sul web, alcuni attivisti di Grottaminarda hanno voluto lanciare un appello alla società civile e raccogliere, con la richiesta di azzeramento dei vertici dell’Alto Calore, tutti i cittadini-utenti che da anni lottano e si organizzano in solitudine contro i disagi e continui disservizi causati dall’Ente di Gestione della rete idrica Irpina. Nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, in pochi giorni la raccolta firme ha contribuito ad attivare un meccanismo a catena sui vari quotidiani locali che ha portato, finalmente, l’Alto Calore a dichiarare lo stato di emergenza e a fissare, per il giorno 20 giugno, un vertice operativo di concertazione a cui seguirà, entro la fine del mese, la convocazione dell’assemblea dei soci dell’ente pubblico.
Intanto la petizione incassa la firma e il sostegno del già Presidente della provincia, nonché Assessore regionale, Luigi Anzalone che si rivolge direttamente a Matteo Renzi per chiedere il commissariamento dell’Alto Calore.
“Caro Segretario Matteo Renzi – scrive Anzalone – ha dell’incredibile ma è così. L’Irpinia, una terra che naviga sull’acqua, il più grande bacino idrico del Mezzogiorno, vive già un’emergenza idrica che si annuncia drammatica Come mai? Semplice: le condutture sono vecchie di 50 anni e più; ridotte a groviere, perdono il 50% dell’acqua che captano alle sorgenti e i siti ad esse circostanti registrano continue frane. Perché? Semplice sempre: l’Ente Alto Calore, che gestisce questa immensa ricchezza, è, da 50 anni, un carrozzone democristiano finalizzato al favore, al comparaggio e al clientelismo. L’esemplificazione dimostrativa sono le ruberie, certificate dalla magistratura, gli sprechi e i gli intrallazzi quotidiani, i lavori di riparazione mal eseguiti e superpagati, la pletora di assunti che nulla hanno che vedere con la gestione del servizio, ma sono i comitati elettorali dei dc di ieri e di oggi (PD). L’Ente ha accumulato anche 150 milioni di euro di deficit. Un anno fa segnalai a te e Cantone la necessità di commissariare l’Alto Calore. Nessuna risposta. E ora, caro Segretario, che cosa farai?”.