Solofra, Guarino su marchio di eco-compatibilità |
Solofra, Guarino su marchio di eco-compatibilità
A seguire vi proponiamo l’intervento del primo cittadino di Solofra, Antonio Guarino, in occasione della presentazione del marchio di eco-compatibilità: “Il mondo è cambiato, il commercio è cambiato. Oggi perché un’azienda possa essere competitiva sui mercati internazionali non è più sufficiente che faccia dei prodotti di qualità. I consumatori vogliono di più. Quando acquistano un prodotto acquistano un’emozione, sposano una linea di condotta aziendale, sposano una filosofia produttiva. Lo hanno ben capito le grandi griffe che non si sono lasciate sfuggire l’opportunità di legare il proprio nome a progetti eco-sostenibili e socialmente apprezzati ed apprezzabili. E’ opportuno citare a mò di esempio il caso LVMH, la holding del lusso che già detiene brand come Celine, Kenzo, Donna Karan e Louis Vuitton, oltre a champagne come Moët e il cognac Hennessy, che è entrata nella Edun di Bono Vox e sua moglie, specializzata in moda ecologica ed etica. Lanciata nel 2005, Edun ha sempre avuto come obiettivo la promozione dello sviluppo sostenibile e del commercio equo e solidale con la vendita di abiti in cotone biologico coltivato in India, Perù, Uganda, Kenya e Lesotho. Un breve excursus che testimonianza come Solofra e le sue industrie abbiano oggi l’opportunità di agganciare un trend di mercato che è andato incontro ad una forte crescita negli ultimi anni. Parlare di marchio di eco-compatibilità vuol dire promuovere un modello di sviluppo sostenibile che coniughi le esigenze delle generazioni attuali senza compromettere le risorse a disposizione delle generazioni che verranno dopo. Questa è la spinta che ha portato al “programma per la realizzazione di un marchio di ecocompatibilità del distretto di Solofra” avviato dalla Camera di Commercio di Avellino e che ha coinvolto le Pubbliche Amministrazioni locali (I comuni, la Provincia), le associazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, l’Arpac, il consorzio Asi, l’Autorità di Bacino del Sarno. La finalità è quella di realizzare un programma di miglioramento ambientale dell’intero distretto conciario ed ottenere l’attestato di riconoscimento di Ambito Produttivo Omogeneo. Un obiettivo quest’ultimo che è stato conseguito lo scorso mese di giugno. E c’è da esserne orgogliosi visto che Solofra è il primo distretto del centro sud a fregiarsi di un simile riconoscimento che testimonia la volontà da parte delle aziende di coniugare produzione e salvaguardia dell’ambiente. Il riconoscimento Apo Emas ed il marchio di eco-compatibilità si tradurranno certamente in un efficace strumento di marketing che avrà la funzione di comunicare al consumatore la produzione nel rispetto dell’ambiente ma anche di meglio identificare e valorizzare la produzione solofrana. Perché le aziende solofrane possano accedere al marchio dovranno fornire tutta una serie di garanzie sul fronte dell’inquinamento idrico ed atmosferico, della produzione di rifiuti speciali, dei prodotti immessi sul mercato, degli acquisti di prodotti, dell’energia, dell’Emas oltre alla normativa antincendio, novità quest’ultima di recente aggiunta alle prescrizioni per la concessione del marchio. Il marchio dunque rappresenta, o può rappresentare, una leva per far crescere Solofra ed aiutarla ad affrontare la crisi che l’ha investita. Ma la fragilità del sistema produttivo solofrano impone una riflessione ulteriore. La crisi ha portato ad una riduzione delle commesse, ad una perdita di posti di lavoro, ad ore di cassa integrazione ed a provvedimenti di messa in mobilità, ad una drastica riduzione dei volumi del fatturato delle aziende. Solo qualche giorno fa il comune di Solofra insieme con le associazioni datoriali è riuscito a sbrogliare, grazie all’intervento della Regione Campania, la matassa degli aumenti dei canoni di depurazione dei canoni conciari che rischiavano di mettere in ginocchio il comparto conciario. Solofra, dicevamo, in questo momento è quantomai fragile. Molte sono le questioni ambientali ancora in attesa di una risposta a cominciare da quella delle acque di spruzzo. Il marchio di eco-compatibilità che questa amministrazione valuta in maniera positiva come strumento di marketing territoriale non può e non deve tradursi in un ulteriore legaccio che imbrigli la voglia e la capacità solofrana di fare impresa e di produrre ricchezza. Nessuno, più degli imprenditori solofrani, è preoccupato per le tematiche ambientali. Gli imprenditori vivono a Solofra, vivono questo territorio e sanno che avvelenarlo con comportamenti ambientali scorretti vuol dire avvelenare il futuro dei propri figli. Ai soggetti coinvolti nel progetto per il marchio di eco-compatibilità del distretto di Solofra ed a me come primo cittadino e rappresentante di un’intera comunità ricordo che noi oggi ci troviamo a gestire un formidabile strumento di crescita per il nostro territorio ma affinché questa crescita si traduca in elementi concretamente coglibili è necessario che il marchio si adatti alle istanze che vengono dal territorio. Il territorio, con i suoi punti di forza e con i suoi punti di debolezza, deve essere il punto di partenza per un’efficace politica di crescita economica. Ignorare questo principio basilare vuol dire compromettere la buona riuscita di questa pur valida iniziativa”.