Tra le innumerevoli, e talvolta veramente inutili, “Giornate Mondiali” ce ne sono anche di quelle dedicate al gusto. Per chi non lo sapesse, infatti, il 6 aprile è il “Carbonara Day”, ovvero un giorno dedicato a una delle ricette italiane più note, diffuse e disastrosamente imitate al mondo. Insomma, una giornata che ogni anno istituzionalizza questo piatto a favore della sua tutela, contro la demonizzazione della sua ricetta restituendole una certa dignità.
Ci sono piatti, infatti, che per la loro diffusione in ogni angolo del pianeta hanno ormai perso l’originaria identità, e la carbonara è senza dubbio uno di questi.
Tra i tanti video dedicati, fece scalpore una videoricetta caricata su Youtube da un sito francese nella quale vengono grossolanamente buttati in un tegame tutti insieme cipolla, pancetta e pasta per poi essere ricoperti di acqua. Quindici minuti a fiamma media, un cucchiaio di panna, uno di parmigiano, un uovo piazzato sopra e la carbonara è pronta. Uno scempio anche per l’italiano meno esperto di cucina.
Mentre sul web impazza il dibattito per la ricetta perfetta, è utile ricordare qualche curiosità in merito.
La carbonara è un piatto caratteristico del Lazio, di Roma in particolare. La qualità di pasta più adoperata è lo spaghetto, ma vi si prestano bene anche le linguine oppure i rigatoni.
Quali sono gli ingredienti?
Prima di tutto ci sono le uova: solo tuorlo o anche albume? Meglio il tuorlo assoluto. Poi servirebbe il guanciale fatto a striscioline, il vero elemento di sapore, e non la pancetta affumicata. A seguire il formaggio: essendo una ricetta laziale, no al grana o al parmigiano, sì al pecorino; pepe nero macinato e sale. Assolutamente vietati, invece, la panna: un errore molto comune e un sacrilegio per i puristi del gusto, come pure cipolla e aglio. L’uovo non andrebbe infine stracotto, dunque è utile prestare attenzione a non farne una stracciatella. I puristi, infine, evitano anche di usare l’olio affidandosi unicamente al grasso del guanciale sciolto in padella per condire la pasta.
In merito alle origini del piatto ci sono diverse ipotesi. C’è quella che la vorrebbe inventata dai carbonari che andavano a lavorare nelle miniere degli Appennini e che grazie alla facile reperibilità degli alimenti riscrissero in questo modo la “cacio e ova” di tradizione laziale. Un’altra ipotesi parlerebbe invece di un’origine americana: secondo i sostenitori deriverebbe dalla Razione K che Ancel Keys, biologo e fisiologo statunitense, propose durante la guerra per la dieta delle truppe americane. La razione si componeva di tuorlo d’uovo in polvere e bacon, ai quali gli stessi soldati aggiungevano la pasta per aumentare la dose di energie.