Berlusconi e l’angoscia della vecchiaia

di Pierluigi Vergineo

Nessuno ha mai voluto interpretare la condotta del nostro leader  dal punto di vista psichiatrico ma solo da quello etico, giudiziario o politico.

Penso che indipendentemente dalle considerazioni  morali una valutazione psichiatrica possa contribuire alla comprensione di un fenomeno che comunque presenta aspetti drammatici da una parte ed umanissimi dall’altra. 

Più che un satiro insaziabile, ritengo il sig. Berlusconi un “anziano”  uomo che in una fase avanzata della propria esistenza si trova improvvisamente a fare i conti con una idea di morte o peggio di malattia che per tutta la propria esistenza aveva rimosso.

Freud dice che “il rimosso  ritorna”. Il padre della psicoanalisi spiegava che la rimozione è un meccanismo elementare, arcaico, automatico, involontario che svolge una funzione essenziale: garantire quell’equilibrio che altrimenti sarebbe distrutto dai sensi di colpa, dalle paure e dalle angosce. Ma la rimozione comporta una fatica, un continuo ed incessante spreco di energie psichiche.

Proprio nei momenti di rilassamento, di apparente tranquillità, quando si allentano le difese, improvvisamente emerge dall’inconscio, come una mina dalle profondità del mare, il rimosso, la paura della morte, della perdita del sé, della propria identità così faticosamente costruita. E quando l’es, l’inconscio, il mondo sotterraneo della psiche prende il sopravvento ognuno reagisce in modo diverso. Molti anziani vanno incontro ad una depressione reattiva o a crisi di panico con conversioni somatiche, altri  elaborano risposte “folli”, fantastiche, dissociative, altri ancora presentano una reazione ipomaniacale.

I soggetti ipomaniacali per dimostrare di essere ancora giovani, vigorosi, potenti lavorano molte ore al giorno, dormono poche ore senza mostrare i segni della fatica, amano più di una donna. L’ipomaniacalità diventa una condizione caratterizzata da  una euforia immotivata, da una energia inesauribile e da un benessere che rasenta la “gioia”. Nei casi gravi il comportamento  è caratterizzato da acritica intraprendenza, disorganizzazione della vita sociale, prodigalità, esibizionismo, iperattività sessuale, irritabilità, irrequietezza, intolleranza, insonnia, tachipsichismo, stravaganze, bizzarrie, logorrea, ideazione delirante (di grandezza), espansione timica, eccitazione, diminuito bisogno di sonno, comportamento inconcludente, incapacità a svolgere attività che prevedono attenzione, pazienza e concentrazione.  

Va precisato che il paziente presenta un esame di realtà  inadeguato e l’adattamento è insufficiente per la forte impulsività di base. Il pensiero è pervaso da interferenze nevrotiche e l’elevata tensione interna attiva meccanismi autodistruttivi.

Nel caso di Berlusconi i sintomi di una difesa di tipo maniacale sono evidenti e controllati con fatica. Da tempo la sua condotta è imprudente e senza le ordinarie difese. Il nostro premier è vittima, come si legge dalle cronache quotidiane, di personaggi loschi e spregiudicati. Condivido le parole della moglie quando lo definisce un uomo “che ha bisogno di aiuto” anche se all’apparenza non presenta le classiche stimmate del malato.

Gli italiani che lo difendono sinceramente, non per interesse, probabilmente “avvertono” una fragilità umana   inaspettata per una capo di stato. Per quanto riguarda la terapia psichiatrica va detto che tali forme vengono curate molto bene con stabilizzatori del tono dell’umore, sali di litio, benzodiazepine e in alcuni casi neurolettici. La prognosi in caso di assenza di trattamento adeguato, è severa. Questi pazienti rovinano la propria esistenza e dilapidano l’intero patrimonio senza alcuna resistenza.

La loro vita diventa un continuo perdere. La famiglia, il lavoro, la salute vengono compromesse da iniziative spregiudicate e illogiche. Ricordo che spesso dopo una fase maniacale emerge una potente depressione che non raramente può portare al suicidio

 Pierluigi Vergineo Neuro psichiatra

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