Cancro al polmone, passo avanti per la diagnosi grazie ad una ricerca dell’Unisa. In tutto il mondo ogni minuto due persone muoiono di cancro; le aspettative per i prossimi dieci anni prevedono un aumento rilevante (circa 70%) dell’incidenza di tumori, tra i quali uno dei più comuni e devastanti è il cancro al polmone, la maggiore causa di morte per neoplasia a livello globale, con circa 410.220 nuovi casi di cancro al polmone in Europa, di cui 41.300 in Italia.
Il cancro al polmone ha prognosi infausta (metà degli ammalati muoiono entro un anno dalla diagnosi) anche perchè, attualmente, per la maggior parte dei pazienti la diagnosi avviene in uno stadio avanzato della malattia. Mentre si stima che oltre l’80% dei casi di cancro al polmone potrebbero essere curati se si riuscisse ad intervenire in uno stadio iniziale. Tuttavia, i metodi diagnostici, attualmente impiegati, basati principalmente su analisi strumentali (TAC, PET etc) e identificazione di marcatori tumorali sono invasivi, costosi e, soprattutto, nel caso dei biomarkers del tutto aspecifici; il loro livello, infatti, tende ad aumentare in modo indiscriminato in molti tipi di tumore.
La scoperta di marcatori specifici e selettivi è un bisogno sociale e sanitario sentito e diffuso su cui negli ultimi anni si è concentrata la ricerca del Dipartimento di Farmacia (DIFARMA) dell’Università di Salerno al fine di aumentare il successo delle terapie e la possibilità di sopravvivenza dei pazienti.
Dall’idea dell gruppo di ricerca del DIFARMA (composta da: Aldo Pinto – Ordinario di Farmacologia;Rosalinda Sorrentino – ricercatrice; Rita Patrizia Aquino – Ordinario di Tecnologie Farmaceutiche; Michela Terlizzi – assegnista di ricerca) è nata la ricerca di un biomarcatore specifico del tumore al polmone, brevettata nel 2014 con brevetto esteso in vari Paesi del mondo fino al 2016, alla base della nascita diImmunePharma srl, spinf-off universitario costituito per la maggior parte da giovani ricercatrici del settore farmacologico e farmaceutico, con il supporto del dr. Antonello Saccomanno, Chief Financial Officer.
Se da un lato la scoperta permette di implementare test diagnostici altamente selettivi e di facile esecuzione in qualsiasi laboratorio diagnostico, dall’altro essa rappresenta anche la base per poter sviluppare farmaci specificamente mirati all’inibizione della pathway (reazioni chimiche coinvolte in uno o più processi di anabolismo o catabolismo all’interno di una cellula), aprendo nuovi scenari nella terapia farmacologica del cancro al polmone.
Il CEO di ImmunePharma, dott.ssa. Rosalinda Sorrentino, ha presentato i risultati dei primi passi dello sviluppo del kit per la diagnosi di cancro polmonare al Congresso internazionale della European Respiratory Society, tenutosi a Milano dal 9 al 13 settembre, insieme a illustri pneumologi, Claudio Donner (Presidente Fondazione Mondo Respiro) e Paolo Zamparelli (Presidente Fondazione Giuseppe Moscati Sorrento Onlus). In questa occasione Donner e Zamparelli hanno rispettivamente affermato che “il test diagnostico potrebbe rappresentare una soluzione per i soggetti a rischio come i pazienti affetti da BPCO e i forti fumatori” e che “il test sviluppato a Salerno potrebbe rivoluzionare l’approccio al tumore polmonare, perché ha caratteristiche di specificità e sensibilità tali da poter fornire una diagnosi precoce su vasta scala”.
La ricerca dovrà essere estesa ad un numero più elevato di soggetti entro il 2018 prima di un percorso di industrializzazione e commercializzazione. Con questo obiettivo ImmunePharma ha stabilito una partnership con la Dr Safuan srl di Parma; i primi passi dell’accordo di collaborazione hanno già permesso di avviare le fasi preliminari all’industrializzazione del kit e i contatti con aziende USA quali Inspirix Inc. per la futura commercializzazione e distribuzione.