Cassazione su Legge 104: ecco a quanti permessi si ha diritto

Con la sentenza numero 22925/2017 la Corte diCassazione s’è pronunciata in merito alla vicenda di un dipendente con un contratto a tempo parziale. Dopo la trasformazione del suo rapporto di lavoro in un “part-time verticale“, articolato in 4 giorni alla settimana al posto di 6, l’azienda aveva “illegittimamente riproporzionato” i 3 giorni di permesso in 2.

La Corte Costituzionale, a proposito della Legge 104/92, ha evidenziato che “trattasi di uno strumento di politica socio-assistenziale basato sul riconoscimento della cura alle persone con handicap in situazione di gravità, prestata dai congiunti e sulla valorizzazione delle relazioni di solidarietà interpersonale ed intergenerazionale”, aggiungendo che “l’interesse primario cui è preposta la norma in questione è quello di assicurare in via prioritaria la continuità nelle cure“.

Viene poi sottolineato che, nella legislazione vigente, non può esserci discriminazione tra lavoratori a tempo pieno e lavoratori a tempo parziale, per cui la Cassazione conferma pertanto il diritto a fruire integralmente dei permessi, previsti dalla 104, qualora il nuovo orario di lavoro part-time comporti, come nel caso, lavoro per un numero di giornate superiori alla metà dell’ordinario.

Secondo il pronunciamento dei giudici della Corte di Cassazione, è “ragionevole distinguere l’ipotesi in cui la prestazione di lavoro part-time sia articolata sulla base di un orario settimanale che comporti una prestazione per un numero di giornate superiore al 50% di quello ordinario, da quello in cui comporti una prestazione per un numero di giornate di lavoro inferiori, o addirittura limitata solo ad alcuni periodi nell’anno”.

Dunque, si riconosce, “il diritto alla integrale fruizione dei permessi in oggetto”. In seguito a tale sentenza, il datore di lavoro è stato condannato “al risarcimento del danno non patrimoniale per effetto dell’illegittimo riproporzionamento dei giorni di permesso, concessi nella misura di due mensili”.

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