Da Napoli a Parigi: viaggio tra i vigneti urbani e le città

Che la nostra terra in fatto di vini non abbia nulla da invidiare al resto dell’Italia è cosa nota.

Il territorio dell’Irpinia annovera indiscusse eccellenze conosciute sia a livello nazionale che internazionale.

Dal Taurasi rosso al Greco di Tufo, passando per il Fiano di Avellino il nostro territorio accoglie il turista con le sue colline dove i filari testimoniano una vocazione antica all’attività vinicola.

Cosa meno nota è che in Campania troviamo nella città di Napoli un tesoro nascosto rappresentato dal secondo vigneto urbano per dimensioni in Europa.

Quella di aree metropolitane votate da secoli alla produzione di vini è scoperta recente, o per meglio dire, riscoperta visto il grande successo che negli ultimi anni sta vivendo il settore.

Terreni vitati nella città partenopea li incontriamo sopra i Quartieri Spagnoli, nei pressi della Certosa di San Martino, così come sulla collina di Posillipo o ad Agnano.

Si tratta di produttori eroici che con passione mantengono intatta una tradizione antica non priva di difficoltà.

Perché portare avanti una produzione metropolitana, al di là dell’indiscutibile fascino, presenta problemi non da poco là dove una gestione in piena campagna si rivela più facile.

Eppure è grazie alla loro determinazione che ancora oggi possiamo riscoprire in una delle città più affascinanti e suggestive del mondo i suoi vigneti come tesori da custodire e proteggere al pari di quelli artistici e archeologici di cui la città è ricca.

Se quello di Napoli ottiene un meritato secondo posto, in fatto di dimensioni dobbiamo spostarci in Austria dove Vienna detiene il primato di città con la maggiore superficie dedicata a terreni vinicoli.

Stiamo parlando di circa settecento ettari, di impianto recenti se paragonati a quelli partenopei o parigini e che si trovano in una zona più periferica dell’area metropolitana.

Se vi capitasse di trascorrere un romantico week-end nella capitale austriaca potete seguire il percorso dei vigneti metropolitani partendo dal bosco cittadino di Neustift am Walde fino ad arrivare alla municipalità di Nussdorf.

Se Vienna vince in estensione dobbiamo tornare in Italia per trovare uno dei vitigni più antichi attualmente coltivati in area metropolitana.

A Venezia sull’isola di Mazzorbo incontriamo una piccola vigna che produce l’antico vino Dorona tanto amato dai Dogi e che oggi rappresenta una vera riscoperta archeologica nel mondo dell’enologia.

Ma del resto in fatto di primati Venezia non è seconda a nessuno. Basti pensare che nella città lagunare è sorto il primo casinò del mondo chiamato il Ridotto, inaugurato nel 1638, nelle cui sale chissà che non venisse servito l’antico Dorona, oggi offerto, a caro prezzo, negli spazi del ristornate stellato la Venissa.

Potete gustarlo qui visto che le prestigiose bottiglie non superano le 4mila unità e la maggior parte sono riservate ai clienti del resort e del ristorante.

Se in fatto di antichità Venezia è l’indiscutibile regina dei vini metropolitani a Londra incontriamo una vigna cittadina che ha l’indiscutibile vantaggio di promuovere in un’ottica organica e sostenibile una produzione metropolitana.

Di recente impianto, la prima vendemmia risale al 2013, incontriamo nel quartiere di Enfield situato nella parte settentrionale della città una bella vigna in cui sono presenti varietà di Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Un’iniziativa importante e un bel progetto che chissà non venga ripreso anche da altre realtà metropolitane con l’intento di promuovere un vino cittadino a chilometro zero.

Per finire questa carrellata di vigne metropolitane non possiamo non citare i nostri cugini con cui da secoli competiamo in fatto di vino e cibo. Il vigneto metropolitano del Clos de Montmartre, forse uno dei più conosciuti al mondo, impiantato per volere dei cittadini nel 1933.

Di poco superiore ai due ettari produce Pinot Nero e Gamay e la vendemmia rappresenta un vero e proprio rito per gli abitanti del quartiere.

Nel mese di Ottobre si celebra infatti la Fête des vendanges de Montmartre che coinvolge un grande pubblico che sente questa vigna come parte integrante del proprio quartiere.

Salvatore Bruno

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