In Italia si sta assistendo a un ritorno netto da parte della popolazione più giovane ai lavori legati all’agricoltura. Sono più di 55mila le aziende agricole alla cui guida ci sono under 35 e, in base a dati Coldiretti, nel 2017 l’incremento è stato del 6% rispetto all’anno precedente.
L’Italia si trova così a detenere il primato, nell’ambito dell’Unione Europea, per maggiore presenza di giovani impiegati nell’agricoltura. Un fenomeno che risulta essere condizionato positivamente anche dalle opportunità legate ai fondi europei e alla diffusione in questo settore delle nuove tecnologie.
Circa 30mila giovani italiani nel 2016-2017 hanno infatti presentato domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) proposti dall’Unione Europea, con oltre il 60% concentrato tra Sud e Isole.
Parlando di hi-tech, poi, da quanto emerge dai dati diffusi dalla Coldiretti, i “nuovi” agricoltori sono provvisti di un tasso elevato di conoscenze tecnologiche, uno su quattro è laureato, otto su dieci, invece, hanno una buona propensione ai viaggi all’estero, elemento utile anche per lo sviluppo di prospettive di commercializzazione oltre confine. A livello di genere, un imprenditore agricolo under 35 su quattro è donna.
In crescita la scelta degli studi in agraria: coloro che dopo le medie hanno scelto un percorso didattico legato alla terra sono stati 45.566 durante l’anno scolastico 2017-2018, un numero da record per il quinquennio. E non si tratta solo di coloro che hanno familiari nel settore, ma soprattutto di giovani appassionati.
Si è allo stesso tempo diffusa tra le nuove generazioni, infine, una spiccata attenzione sociale e ecologica, dalle attività di educazione alimentare e ambientale alle fattorie didattiche e ai percorsi di pet-therapy.