INFERTILITÀ MASCHILE ED ETÀ

Il legame tra infertilità maschile ed età esiste e non va sottovalutato. Infatti, con il passare degli anni la capacità di concepimento diminuisce non solo per la donna ma anche per l’uomo.

Il fatto che gli spermatozoi vengano prodotti per tutta la durata della vita dell’uomo non significa che si mantenga integra, per tutta la vita, anche la capacità fertile.

L’invecchiamento fisiologico dell’apparato riproduttivo maschile porta a delle conseguenze e difficoltà sia alle coppie che cercano di concepire naturalmente che a quelle che si sottopongono ad un trattamento di procreazione medicalmente assistita (PMA).  

 

 

LA RICERCA SCIENTIFICA SULL’INFERTILITÀ MASCHILE

Secondo uno studio presentato all’ESHRE di Ginevra nel 2017 l’età dell’uomo, non solo, influisce ma condiziona notevolmente le possibilità di concepimento.

Se un uomo ha più di 45 anni, lui e la sua partner, possono impiegare cinque volte più tempo per concepire rispetto a quanto impiegherebbero se avesse 25 anni o meno. 

È il risultato finale dello studio, che riveste una grande attendibilità statistica. È stato condotto su 19.000 trattamenti di fecondazione in vitro (FIVET) dal 2010 al 2014, coinvolgendo 8.000 coppie che avevano un’età tra i 30 e i 42 anni.

 

L'età influenza la fertilità maschile
Anche studi scientifici confermano che con l’età si riduce la fertilità maschile.

 

A determinare il calo della fertilità concorrono, quindi, due tipi di cambiamenti:

  • quelli che influenzano la libido e causano la disfunzione erettile;
  • quelli che condizionano la stessa produzione di liquido seminale.

Purtroppo, all’aumentare dell’età, anche per l’uomo, inevitabilmente maggiore è l’esposizione a condizioni ambientali negative che possono influire sulla fertilità. Alcune di esse, esposizione alle tossine, alle alte temperature o effetti collaterali di farmaci e condizioni mediche specifiche possono influenzare, in maniera determinante, la fertilità.

 

 

INFERTILITÀ IN ETÀ AVANZATA. L’INFLUENZA SUL NASCITURO

Abbiamo detto che l’invecchiamento del partner maschile comporta dei condizionamenti alla stessa produzione di liquido seminale. Ciò sottintende anche possibili mutazioni nella qualità dello sperma (riduzione della motilità o lesioni alla catena del DNA degli spermatozoi).

Queste mutazioni hanno delle conseguenze sul futuro del bambino:

  1. Anomalie cromosomiche. Si stima che la Sindrome di Down e la Sindrome di Klinefelter siano legate all’età del padre superiore ai 55 anni.
  2. Patologie come la schizofrenia e l’autismo. L’età tardiva di entrambi i genitori potrebbe incrementare la possibilità di avere un figlio con autismo.
  3. Altre malattie. Come il nanismo acondronoplastico, nuovi casi si neurofribromatosi, sclerosi tuberosa, retinoblastoma bilaterale.

 

Con l'età gli spermatozoi subiscono mutazioni
La mutazione degli spermatozoi con l’età può avere delle conseguenze sul nascituro.

 

Sebbene si dia molta importanza all’età biologica della madre, nel momento in cui si desidera un figlio, va tenuta in debito conto anche l’età del padre, dato che può influire, sensibilmente, sul futuro del nascituro.

Tuttavia, qualora si sospetti di avere un problema o se si desiderasse di avere un figlio che però non arriva entro un anno di rapporti non protetti, è sempre bene affidarsi a esperti della medicina della riproduzione, per intraprendere il giusto percorso terapeutico… continua a leggere.

 

Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione

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