L’orco pedofilo: la soluzione della “castrazione chimica”

di Pierluigi Vergineo

La pedofilia secondo il dizionario di Psichiatria Neurolexicon  (Riccardo Torta e Francesco Monaco) è l’attrazione sessuale per bambini o ragazzi in età pre-puberale.

Nei dizionari nosografici psichiatrici viene classificata come parafilia, ovvero come perversione sessuale, nel senso che la libido non è orientata nel “verso”naturale ma sui minori.

Va detto subito che tale “perversione” è sempre stata presente. Per gli antichi greci si trattava di “pederastia” cioè della tendenza ad avere rapporti con adolescenti.

Ciò è determinato anche dal fatto che l’uomo può esercitare più facilmente la propria sessualità nei confronti di un minore che per l’età difficilmente  si sottrae alle “avances”.

Il bambino è incapace a dire di no ad un adulto. Tende ad ubbidire ed è aperto a tutte le nuove esperienze. E’ predisposto psicologicamente ad affidarsi ciecamente ad una persona più grande alla quale solo per l’età attribuisce autorevolezza.

Il pedofilo inoltre sa manipolare le piccole vittime. Sa come conquistare la loro fiducia o come intimorirli. L’evangelista Marco scrive: “Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato in mare. “. (Mc. 9, 37-47)...  E’ l’unica volta che nel vangelo si parla di morte o addirittura di mutilazioni. “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani nella Geenna, nel fuoco inestinguibile.”

In effetti la violenza sessuale nei confronti di un minore è una colpa gravissima.

Le conseguenze sono talmente devastanti che la stessa legge punisce severamente anche le semplici molestie e la pedopornografia (la semplice visione di un film pornografico con minori è un reato penale).

Nella mia carriera di medico ho incontrato sia le vittime che i carnefici e ho potuto constatare che i bambini abusati hanno una alta possibilità di sviluppare gravi conseguenze psichiche dopo l’adolescenza (depressione, etilismo, anoressia, tossicodipendenza e devianze).

Pochi pedofili si rendono perfettamente conto della gravità delle loro azioni.

La consapevolezza di “eccitarsi” in presenza di un bambino viene vissuta con vergogna. Nonostante ciò hanno sempre affermato che non possono sottrarsi al desiderio e alle pulsioni. Come serial Killer non sanno controllare l’istinto bestiale e ripetono periodicamente le violenze carnali. Il trattamento, oltre la psicoterapia che migliora la consapevolezza, si basa su farmaci antiandrogeni che bloccano l’effetto del testosterone e riducono il desiderio sino all’impotenza.

Si tratta della famosa “castrazione  chimica” che tante polemiche ha sollevato in questi ultimi anni. Non si tratta di una pratica violenta (una fiala di Enantone o Zoladex dura oltre un mese). Associata a neurolettici e ad altri psicofarmaci, se proposta con professionalità, questa terapia viene accettata con sollievo dai pedofili. I “malati” si sentono come liberati da una pulsione alla quale non riescono a sottrarsi. Freud ha sempre ribadito che la sessualità è un pericolo per l’Io.

Qualsiasi uomo (professionista o sacerdote) sa benissimo che cedere alla “seduttività naturale” dell’altro mette seriamente in pericolo la propria identità (la sessualità è nemica l’Io).

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