Durante la notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo torna l’ora legale. A partire dalle 2.00 del mattino bisogna dunque cambiare l’orario attuale spostando in avanti le lancette dell’orologio di 60 minuti. Domenica si avrà così un’ora in meno per dormire.
Ma quali sono le curiosità legate a questa ormai vecchia convenzione?
Forse non tutti sanno che in Italia l’ora legale ha un’origine antica e inusuale: fu infatti introdotta nel 1916 come misura di guerra. L’Unione Europea, insieme ai Paesi dell’Est Europa e alla Svizzera, la utilizzano dal 1996 con un calendario unico e ben preciso. Per l’Italia invece solo nel 2010, con l’art. 22 della legge 96, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento Europeo, vengono fissate le date di inizio e di fine, rispettivamente alle ore 2.00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e alle 3.00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre (allineandosi definitivamente al calendario condiviso del 1996).
Qual è l’obiettivo? Il cambio dell’ora servirebbe soprattutto a risparmiare energia elettrica in conseguenza a un maggiore sfruttamento della luce solare. Ma fu già Benjamin Franklin nel lontano 1784 a pubblicare alcune riflessioni sul risparmio sul consumo di candele a seconda delle stagioni e della luce solare. Mentre verso la fine dell’Ottocento l’entomologo neozelandese George Vernon Hudson propose lo spostamento delle lancette dell’orologio di due ore (idea ripresa in Gran Bretagna nel 1916 con l’istituzione del “British Summer Time” per il risparmio energetico in tempo di guerra). Accanto a ciò, tra le criticità di questa convenzione c’è quella per cui non sono poche le persone che accusano una sorta di effetto “jet lag”, con conseguenti fastidi passeggeri quali aumento dello stress e della fatica, nonché scombussolamento nel ciclo del sonno.
Mentre l’ora legale indica il periodo estivo, quella solare identifica il periodo invernale e quest’anno tornerà il 29 ottobre.