Un titolo provocatorio che nulla a che vedere con le doti preziose che ogni donna possiede. Anzi, le donne a quanto pare sarebbero molto interessate nonché portate per le scienze e per la tecnologia. Alla pari, se non molto di più, rispetto agli uomini. Ma difficilmente diventano “scienziate”. E le statistiche parlano chiaro.
Di recente una ricerca condotta dalla Microsoft in collaborazione con Martin Bauer, professore di psicologia sociale e metodologia della ricerca della London School of Economics, e che ha coinvolto 11.500 studentesse in dodici Paesi dell’Unione Europea, ha fatto emergere quante poche donne operino in questi settori. In cosa sarebbero da rinvenire le cause?
Stando allo studio, in Italia l’interesse della giovane popolazione femminile per le materie scientifiche si sviluppa intorno agli 11 anni ma inizia a calare verso i 17, quando cioè le studentesse si apprestano a terminare gli studi secondari e iniziano a pensare alla scelta universitaria. Il risultato, infatti, è che solo poco più del 12% delle ragazze che si iscrive all’università sceglie una facoltà scientifica.
Eppure i dati di partenza avrebbero potuto condurre a esiti diversi. Il 42,1% delle studentesse italiane, infatti, afferma di essersi appassionata alle lezioni di matematica; il 41,7% si dice portata per i numeri (la media europea è pari al 37,6); il 49,2% dice di apprezzare l’informatica (affermazione sostenuta dal 42,2% delle coetanee europee); il 59% delle giovani italiane ritiene inoltre di poter ottenere ottimi risultati nello studio delle materie scientifiche e tecnologiche, e oltre il 60% di loro non ha paura di essere considerata come una nerd iscrivendosi a una facoltà scientifica.
Ma allora perché non lo fa? La causa principale risiederebbe nella convinzione che ci sia mancanza di pari opportunità in un settore considerato molto maschilista (una sorta di cane che si morde la coda, una spirale senza via di uscita). Un ulteriore ostacolo è stato riscontrato nella mancanza di modelli di riferimento a cui ispirarsi (a Bill Gates e Steve Jobs non ci sarebbe un’alternativa femminile). Ancora, la mancanza di esperienza pratica nelle scuole, nelle quali viene denunciata troppa teoria fine a sé stessa. Infine, è emerso che vale il principio della cosiddetta “pressione di gruppo”, nel senso che se una ragazza è interessata alle materie scientifiche e tecnologie, ma tale passione non è condivisa dal suo gruppetto di amiche, la perderebbe nella maggior parte dei casi.