“Dr.ssa ho fatto tutti gli esami, eppure ci proviamo da tempo, ma nulla. E se volessimo effettuare uno spermiogramma per valutare il grado di fertilità del mio compagno?”
La scoperta tempestiva dell’esistenza di problematiche legate al liquido seminale può rivelarsi, in molti casi, risolutiva.
L’esame, per ceccellenza, dedicato alla valutazione del potenziale fertile dell’uomo è lo spermiogramma, detto anche “esame del liquido seminale”.
È, tuttavia, importante chiarire che lo spermiogramma non definisce, in termini perentori, l’essere fertili oppure sterili, ma che piuttosto dà una descrizione morfo-funzionale dello stato di salute degli spermatozoi e della capacità del testicolo di produrli. Diventare genitori è possibile anche in presenza di valori al di sotto degli standard.
Per ridurre le false interpretazioni di questo esame bisogna sempre consigliare di eseguire due rilevazioni a distanza di 2-3 mesi circa l’una dall’altra, in conseguenza del fatto che il testicolo non è un organo che lavora in modo costante.
Gli spermatozoi sono dotati di una loro motilità, che permette il loro movimento progressivo all’interno delle vie genitali femminili.
L’esame dello spermiogramma, se correttamente ripetuto, restituirà informazioni più che affidabili sulle caratteristiche chimico-fisiche dello sperma sia per la consistenza in volume che per il PH, il colore e la densità.
Lo Spermiogramma e i parametri fondamentali
Oltre però alle caratteristiche chimico-fisiche, i tre parametri fondamentali della valutazione degli spermatozoi sono:
- Il Numero. I valori normali del liquido seminale sono legati a riferimenti di tipo statistico. Infatti, tali valori numerici sono stati stabiliti con un percorso al contrario: presi 100 uomini di provata fertilità, si è evidenziato che il 95% dei parametri di questi uomini si collocava al di sopra di una data soglia, fissata in 15 milioni per ml. Il valore di riferimento per la concentrazione degli spermatozoi secondo l’OMS è di 15 milioni/ml.
- La Motilità. Gli spermatozoi sono dotati di una loro motilità, grazie ad un apparato, cosiddetto, ciliare che mette in moto la coda degli spermatozoi e permette il loro movimento progressivo all’interno delle vie genitali femminili. Una riduzione della motilità degli spermatozoi ovviamente rallenta questa progressione e quindi diminuisce la probabilità che gli spermatozoi hanno di incontrare l’ovocita. I problemi più frequenti legati ad un disturbo della motilità sono ad esempio il fumo di sigaretta e il varicocele.
- La Forma. Valore che, in genere, è molto basso (intorno al 4%), con la conseguenza che il paziente ritroverà nel referto una percentuale di morfologia non corretta degli spermatozoi anche superiore al 90%.Tuttavia, anche in questo caso, non vuol dire che gli spermatozoi potranno causare malformazioni negli embrioni. Ma la migliore percentuale morfologica comporta, solo, una maggiore idoneità alla fecondazione.
MA COME È POSSIBILE MIGLIORARE I VALORI DELLO SPERMIOGRAMMA?
– RISPONDE LA DR.SSA CHIARA GRANATO –
Come integratori per la fertilità si utilizzano, in genere, multivitaminici, che vanno assunti sempre solo previo parere medico. In ogni caso è opportuno specificare che nessun tipo di integratore può essere considerato sostitutivo di una dieta sana ed equilibrata.
Tra le sostanze, reperibili all’interno di molti cibi afferenti alla dieta mediterranea che sarebbe auspicabile assumere con regolarità per migliorare la qualità spermatica vi sono:
- Lo Zinco. Questo minerale, che si trova soprattutto negli alimenti di origine animale (carne, pesce, uova), e in minor quantità nei cibi di origine vegetale (semi di zucca, fagioli) aumenta il testosterone, e il numero degli spermatozoi;
- L’Acido d-aspartico. L’acido aspartico è un amminoacido che si trova naturalmente nei testicoli e nello sperma.L’assunzione di acido d-aspartico è, talvolta, in grado di aumentare il testosterone del 30-60%, la motilità e il conteggio degli spermatozoi del 60-100%;
- Il Tribulus Terrestris. Si tratta di un’erba utilizzata appositamente per trattare i problemi di infertilità maschile. Studi recenti dimostrano che l’assunzione di 6 grammi di tribulus terrestris, due volte al giorno per 2 mesi, aumentano la funzione erettile e la libido;
- L’Ashwagandha. Secondo alcune recenti ricerche, l’assunzione di 675 mg di ashwagandha al giorno per tre mesi, in alcuni casi, ha migliorato la fertilità. In particolare, ha aumentato il volume dello sperma (53%), la motilità degli spermatozoi (57%), e il numero degli spermatozoi (167%) rispetto ai dati iniziali.
Le cause dell’infertilità sono diverse, possono essere legate a traumi, infezioni uro-genitali o malattie sessualmente trasmissibili. Anche le malattie virali e le infezioni batteriche possono causare una diminuzione degli spermatozoi o un’alterazione della loro qualità.
Fondamentale è un corretto stile di vita: fumare e consumare alcolici non sono abitudini consigliate. Inoltre, gli accertamenti per la valutazione dell’infertilità e le terapie di coppia sono, lunghi, complessi, a volte, molto impegnativi. Un colloquio iniziale può consentire alla coppia, che giunge con paure e incertezze, a conoscere meglio sé stessi e i temi legati alla prevenzione dell’infertilità.
Per saperne di più sugli esami di laboratorio e strumentali volti ad individuare eventuali problematiche di infertilità, sui criteri di corretta interpretazione degli esami, sugli integratori naturali e sugli interventi di tipo chirurgico che sono adottati in presenza di accertate patologie in danno della fertilità maschile… continua la lettura
Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione
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