Video, social e gaming: ormai l’intrattenimento è online

Ormai è un trend incontrovertibile, quello dell’entertainment online, che sempre più appassiona utenti di tutte le età, e spinge le aziende a proporre contenuti via via più innovativi, al passo coi tempi e adatti a un pubblico trasversale ma unito in una crescente digitalizzazione.

Partendo proprio dai numeri, parliamo di una popolazione digitale del Belpaese pari al 96,2 per cento del totale, dato che vale una classificazione al quarto posto tra le nazioni più inclini alle forme di intrattenimento online.

La macrocategoria dell’entertainment digitale spazia dai social network ai giochi, senza dimenticare i contenuti visivi e musicali on demand, grazie alle piattaforme e alle app dedicate, che vedono affacciarsi sul mercato operatori sempre nuovi.

A questo aspetto si aggiunge dunque un aumento anche del tempo che gli italiani trascorrono in Rete a fini ludici o di svago: le ricerche parlano almeno di un minuto su cinque tra quelli spesi sul web, e di un aumento della percentuale del 44 per cento dal 2019 a oggi.

Le cause di questo inarrestabile trend sono connesse all’offerta che incrocia la domanda in aumento ma anche a un approccio di fondo verso la digitalizzazione dei contenuti e dei servizi di intrattenimento che la pandemia ha solo contribuito ad amplificare.

La diffusione di dispositivi mobile, come gli smartphone e gli smartwatch, non ha che alimentato questo processo, destinato a durare negli anni, con previsioni rosee anche per il prossimo futuro.

I contenuti on demand: verso la personalizzazione

Tra le rivoluzioni del digitale, quella delle tv on demand è sicuramente una tra quelle con maggiore livello di penetrazione, anche tenendo conto della tipologia di contenuti specializzati offerti, che spaziano da film e serie TV – come nel caso di Netflix, Infinity e Prime Video – a piattaforme tematiche come Disney + o DAZN per lo sport. I numeri sono importanti, per questo comparto, se si tiene conto che, secondo le ricerche, il 58 per cento delle famiglie italiane possiede un abbonamento a una VOD, ovvero a una piattaforma di video on demand.

Secondo GfK Sinottica, si è avuto un aumento del 10 per cento di abbonati tra il 2020 e oggi, mentre 3 milioni di persone sono ben disposte all’attivazione di un piano di abbonamento per il nucleo familiare. Il marketing dei periodi di prova gratis e dei pacchetti in offerta con contenuti personalizzati ha sicuramente alimentato la tendenza, ma è soprattutto la varietà del palinsesto a fare da traino al fenomeno.

I Millennials sono più inclini alla fruizione di contenuti video on demand, ma anche i tradizionali spettatori delle TV tradizionali e generaliste, rappresentati dalla popolazione più anziana, sono aumentati del 18 per cento dal settembre del 2021.

Sempre i Millennials, così come le generazioni più giovani, sono attratti anche dai contenuti audio on demand, grazie a piattaforme come Spotify, leader mondiale del mercato, che unisce il modello “free”, ovvero libero, a quello “premium”, per accedere a un catalogo illimitato e senza pubblicità sottoscrivendo un abbonamento, spesso in promo. Seguito da Apple Music e da Amazon Music, ma anche da Youtube nella sua versione premium, Spotify conta oggi almeno 450 milioni di utenti attivi mensili, molti dei quali paganti.

Le varie tipologie di giochi online: è boom

Una delle forme più pure di intrattenimento online è anche quella dei giochi, e non solo di quelli “tradizionali” da console, che comunque alla fine del 2021 avevano raggiunto un giro di affari pari a 1,8 miliardi di euro, proprio grazie alle app.

Un nuovo trend, sostenuto da piattaforme come Google Stadia, GeForce Now di NVIDIA e Amazon Luna, Steam Cloud Play, è anche quello del cloud gaming, che utilizzano la tecnologia streaming e svincolano la popolazione dei videogiocatori dal possesso fisico di una console di gioco.

Il fenomeno è talmente ampio da avere attratto anche l’attenzione di operatori di altri comparti, da Netflix, che offre una sezione “videogiochi” all’interno dell’app, a Facebook Gaming.

La stessa tecnologia ha anche alimentato il settore del gioco a distanza legale, regolamentato da ADM, il quale, secondo la fonte Agimeg, nel marzo 2023 ha segnato una crescita del 26,6 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. L’offerta legale a distanza, che affianca quella del canale fisico, è caratterizzata da formule promozionali di incentivo ma anche e soprattutto da tipologie live di gioco, supportate dalle maggiori software house mondiali, come attesta l’opinione di questa pagina sui nuovi casinò online, specializzata nella comparazione delle varie piattaforme.

Ormai il modello di intrattenimento ludico a distanza è però una sorta di ibrido tra piattaforme e canali, tanto che il gioco viene applicato anche al marketing, con l’utilizzo di piccoli quiz e mini-games per proporre contenuti pubblicitari attrattivi e interattivi: si parla a questo proposito di gamification.

Una menzione a parte meritano poi le app, sia quelle free con acquisti in app che quelle a pagamento: ormai i principali store offrono un catalogo variegato di generi, dai quiz ai rompicapo, dagli Arcade agli sparatutto, passando per le carte e i giochi da tavolo classici.

I numeri dei social

Ormai anche i social, da Tik Tok a Facebook, possono considerarsi tipologie di intrattenimento online, viste le diverse opzioni che offrono agli utenti, i quali sempre più li utilizzano nel tempo libero.

Secondo il Report Digital 2023, dall’inizio della pandemia a oggi gli iscritti ai social network sono aumentati del 30 per cento: solo Meta è frequentato dal 37 per cento della popolazione mondiale, mentre Youtube vanta 2,5 miliardi di accessi mensili, al pari di Instagram.

Sesto, settimo e ottavo posto in termini di utenza media rispettivamente per TikTok, Telegram e Twitter, seguiti da Pinterest.

 

 

Foto di Onur Binay su Unsplash

 

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