“Non rispondo agli attacchi, Solofra ha una traduzione, una cultura. E mi dico che non possono scendere a certi livelli. Dobbiamo mantenere un tono che sia all’altezza della storia della nostra comunità. Noi abbiamo il compito di dimostrare che c’è un altro progetto per la nostra città, per le nostre aziende, per i nostri giovani”. Così Antonio De Vita candidato sindaco di Prima Solofra.
“Abbiamo tenuto un convegno con il rettore dell’Università di Salerno il professore Aurelio Tommasetti. Un momento di confronto che non aveva alcuna ambizione elettorale ma che voleva essere la dimostrazione, la prova di come puntando su innovazione e formazione sia possibile costruire un futuro migliore per il nostro distretto. Ebbene si è cercato in tutti i modi di ostacolare, di inibire quel convegno, quel confronto con il rettore. Questo è. Gli altri? Anzichè guardare a noi dovrebbero dire che cosa hanno fatto in questi cinque anni”.
Ed a chi gli aveva rimproverato di aver lasciato, cinque anni fa, il suo posto in consiglio comunale anziché restare tra i banchi dell’opposizione risponde: “Io ho un solo difetto, faccio quello che dico. Ed avendo detto, per sollecitare l’elettorato, che se non avessi vinto mi sarei dimesso non ho fatto altro che mantenere la parola. Ed in questi cinque anni, anche se a qualcuno questa cosa può sembrare strana, io ho lavorato. Quello ha voluto l’elettorato e quello ho fatto. Oggi mi presento con una squadra per ridare dignità a questo paese. Parlassero di quello che ha fatto. E’ lui che ha avuto l’onere e l’onore di rappresentare la nostra comunità. Ed allora parlasse di quello che ha fatto per Solofra. Non si preoccupi di quello che ho fatto o non ho fatto io”.