Amministrative, Solofra. De Vita: “Dal Pd oscure manovre per mettere le mani sull’acqua”

Da piazza Umberto I° nel centro di Solofra Antonio De Vita candidato sindaco di Prima Solofra parla di gestione idrica e di Ente idrico campano. “Un ente nato con una legge regionale voluta dal Partito Democratico del governatore De Luca e nel quale il sindaco Michele Vignola ha già trovato una sua collocazione”. Ebbene, spiega dal palco il dottore De Vita: “Si sta andando avanti su una materia importante, il riordino del sistema idrico, ma mentre nelle altre comunità si parla, ci si confronta, si dialoga. A Solofra tutto questo non avviene. Si sta cercando di far passare la cosa sotto silenzio. Altrove ci si è confrontati, si è discusso, qui no”.

“La crisi idrica a Solofra è stata gestita in maniera inadeguata”. Una inadeguatezza alla quale si unisce ora la preoccupazione per il tentativo nemmeno troppo velato della politica provinciale di portare la gestione della risorsa idrica dell’ambito Calore Irpino nelle mani dell’ Alto Calore servizi “un ente del Pd dove tutti i politici falliti hanno trovato una collocazione, un ente che ha prodotto 130 milioni di debiti. E poi c’è la Gesesa di Benevento che ha azionisti che rimandano a Caltagirone ed a grossi gruppi che sull’acqua fanno grossi affari”. “C’è preoccupazione, continua De Vita, perchè si sta provando a mettere le mani sull’acqua di Solofra. E di segnali preoccupanti ce ne sono. Nel 2013 fu fatta una variazione dello statuto comunale nel quale si ribadiva che l’acqua è un bene che va salvaguardato e che non si può lucrare sull’acqua pubblica. Passa il tempo e viene fatta una nuova variazione dello statuto comunale e la norma sull’acqua viene messa da parte. E non se ne capisce il motivo”.

De Vita torna a parlare di emergenza idrica e dei pozzi industriali: “il tetracloroetilene era stato rinvenuto in due pozzi dell’acquedotto comunale, pozzi ad uso civile. Perchè spostare allora l’attenzione sui pozzi privati delle aziende? Questi pozzi fanno riferimento alla Provincia e toccava semmai alla Provincia prendere provvedimenti. Perchè allora si è voluti essere più realisti del re e emettere una ordinanza di chiusura dei pozzi industriali?. In quella occasione avrei voluto vedere il nostro sindaco con la fascia tricolore a difendere il lavoro dei solofrani se è vero come è vero che quell’acqua non era pericolosa. Ed invece cosa si è fatto? Si è chiuso prima ancora che decidessero gli altri demandando all’Ato la caratterizzazione dell’acqua. Il risultato? Spingere le aziende a servirsi dell’acqua pubblica. Quindi altro che inadeguatezza forse c’è lungimiranza”.

De Vita lancia la proposta: “la costituzione di una azienda speciale di diritto pubblico” sul modello dell’Abc a Napoli. L’obiettivo: “mantenere sul territorio la gestione dell’acqua. E questa è una speranza c’è una lotta da fare. Ma questa lotta chi la può fare un sindaco che chiede consiglio al Pd per qualsiasi cosa deve fare oppure un sindaco che ha l’unico piacere di servire gratuitamente il suo paese ?”

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