Montoro, Galdieri: “Pd riparta dalla difesa delle istituzioni e dalla questione morale”

Nel giorno della manifestazione di piazza a Roma del Partito Democratico a sostegno del presidente della Repubblica, con la Costituzione in mano, da Montoro il segretario dem Alfredo Galdieri rilancia la questione morale a cominciare proprio dai territori. “Da qualche giorno, scrive Galdieri, è in atto la discussione nazionale e che ha interessato anche i nostri territori sulla questione Mattarella. Io credo che le istituzioni siano da rispettare senza se e senza ma in quanto dovrebbero essere a garanzia di tutti. Però credo anche che ci sia un aspetto da considerare: verso le istituzioni oggi c’è forte sfiducia e questo è dovuto molto per gli scandali, i comportamenti, le questioni giudiziarie e la mancanza di moralità che serpeggia da troppi anni nelle istituzioni a tutti i livelli da quelle territoriali a quelle nazionali, insomma abbiamo bisogno che nelle istituzioni ci sia innalzamento morale da chi le rappresenta”. 

“Faccio un esempio in un comune di piccole dimensioni magari di una regione del nord, si crea una situazione del genere: struttura piramidale con un gestore della politica territoriale che è un tecnico (avvocato, ingegnere, commercialista, qualsiasi tipologia) magari socio di un amministratore locale e con un dipendente comunale a lui vicino, stretto da parentela. Questi possono costruire un vero e proprio sistema di potere condizionando le scelte politiche locali, in quanto anche senza fare illegalità, potrebbero prendere incarichi pubblici, avere un’azione di domino sulle pratiche private direttamente legate alla cosa pubblica, essere facilitatori con gli uffici comunali portando un vantaggio personale sia in termini professionali che politici.  Ma oltre ad una mera questione giuridica che può interessare ad avvocati e giudici, la cosa più grave è che quell’amministratore diviene un vero “padrone” di quella comunità non per idee e azioni di governo bensì per la mera legge del più forte e soprattutto la sua condotta come uomo di istituzione porta alla sfiducia rispetto a chi dovrebbe essere a garanzia di qualsiasi cittadino e non di quello amico e di conseguenza sfiducia rispetto all’istituzione stessa”.

“Altro esempio: immaginiamo in un comune toscano il figlio di un amministratore locale che magari non è proprio l’eccellenza nel suo settore, poco dopo laureatosi viene incaricato per un lavoro di svariate migliaia di euro da una ditta privata che però magari necessità di “amici”, tutto da dimostrare, ma nel frattempo quale fiducia i giovani professionisti possono avere fiducia, poi, nelle istituzioni? Altro esempio: in un comune ligure due consiglieri comuni hanno due carichi pendenti per possibili illegalità per truffa, furto, abuso o qualsiasi illegalità di questa natura. Per quanto la nostra giustizia dice che fin quando non si viene condannati si è innocenti, ma quanto è grande la macchia sul quel consiglio comunale? E un sindaco che non ne chiede le immediate dimissioni quanto ne è complice? ma soprattutto quale il danno morale che paga quella comunità, quale fiducia si può chiedere ai cittadini rispetto alla legalità? Altro esempio: in un comune siciliano, un sindaco concede una struttura pubblica ad un suo parente non attraverso un bando di gara legato ad una progettualità tecnico-finanziaria ma per mera deroga o qualsiasi strumento in piena legalità. Ma moralmente è corretto? il cittadino x, figlio di nessuno avrà mai più fiducia nell’istituzione? Altro esempio: in un comune pugliese, una giunta comunale concede piccoli contributi finanziari solo a talune manifestazioni in maniera legale ma arbitraria. I tanti giovani avranno ancora fiducia nelle istituzioni e soprattutto quale sarà lo scoramento che li colpisce?”

“Sono esempi banali e niente di così assurdo che possono riguardare tutti i comuni italiani, piccoli e grandi che a parte un benefit di natura elettorale o economica per i singoli individui può a portare a due condizioni pericolosissime per i territori e per l’Italia, o le persone si arrendono al “tanto così funziona” e si piegano a logiche involutive per l’individuo e per la comunità, producendo una società monca di democrazia in quanto priva di libertà. Oppure si diffonde un sentimento di giustizialismo diffuso mirato sovvertire il sistema partendo proprio dalle istituzioni producendo la possibilità di infiltrazioni legate o al malaffare o all’estremismo. Credo che le istituzioni vanno difese con forza e senza nessuna giustificazione, ma penso che allo stesso momento debba essere alta l’attenzione rispetto alla questione morale legata soprattutto agli uomini che le rappresentano o rappresentano i partiti“.

Il PD ha l’obbligo di cacciare dal partito sindaci, consiglieri, presidenti di provincia, regione o cariche nazionali che hanno di questi atteggiamenti o ancor più che vivono nell’illegalità, senza nessun tipo di giustificazione. Perchè se si accettano taluni compromessi si può anche vincere un’elezione ma si perde come comunità politica, si perde in termini di libertà nel poter portare avanti i propri ideali politici. Io come segretario del PD Montoro al provinciale lo chiederò con forza!”

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