Fierro: “La De Simone? Meglio se sta zitta”

Fierro: “La De Simone? Meglio se sta zitta”
“Avevamo ritenuto di accogliere l’invito ad evitare polemiche da parte di Franceschini sino all’esito dei ballottaggi. La De Simone, che avrebbe fatto cosa saggia ed utile nel tacere e nel prendersi un riposo sabbatico di almeno un quinquennio per riflettere sui propri errori, ha innestato invece un…

Fierro: “La De Simone? Meglio se sta zitta”

“Avevamo ritenuto di accogliere l’invito ad evitare polemiche da parte di Franceschini sino all’esito dei ballottaggi. La De Simone, che avrebbe fatto cosa saggia ed utile nel tacere e nel prendersi un riposo sabbatico di almeno un quinquennio per riflettere sui propri errori, ha innestato invece una disgustosa polemica in cui tenta di scaricare le responsabilità del disastro alla Provincia ad un presunto disimpegno di quanti non avevano ritenuto utile la sua ricandidatura”. Così in una nota Lucio Fierro, presidente dell’Alto Calore Patrimonio, dirigente provinciale del Pd, esponente dell’area bassoliniana. “Potremmo liquidare – aggiunge – il tutto in una battuta: il centro-sinistra perde tra il 2004 ed oggi direbbero a Napoli un “sangradale”: attribuirci la potenza di aver orientato una così estesa fetta di elettorato potrebbe lusingare la nostra vanità ma, purtroppo, non corrisponde alla nostra incidenza sulla società irpina che è invece solo quella, ben più ridotta pur se consistente, che è plasticamente sancita dal voto. I numeri ora parlano chiaro. Il velo che ha ottenebrato gli occhi del gruppo dirigente del PD irpino dall’indomani del voto politico è caduto”. Secondo Fierro “ora -e neppure dopo- non servono polemiche fine a se stesse: serve un ragionamento al di fuori del ristretto gruppo dirigente, vero, senza veli o opportunismi per porre mano ad una vera e propria ri-partenza del PD in Irpinia, per attrezzare, nel quadro mutato, una forza politica capace di dare rappresentanza ad un progetto riformista credibile, per dare le ali del sogno ad un progetto politico di rinnovamento radicale della politica, nei suoi contenuti, nei suoi metodi, nei suoi esponenti; e farlo attingendo alla forza delle idee, ora che questa diventa un’esigenza ineludibile per la rarefazione della capacità di dare risposte concretistiche a bisogni singoli, ad uomini e donne misconosciuti che restano il solo reale patrimonio del PD”.

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