Forgione sull’assemblea dei delegati provinciali del PD

Forgione sull’assemblea dei delegati provinciali del PD

Pubblichiamo l’intervista rilasciata da Andrea Forgione dirigente provinciale del Partito Democratico.
Allora Forgione come finirà lunedì all’assemblea provinciale dei delegati?
Per finire bisogna iniziare e noi non siamo neanche partiti. Tutto questo buttare il can per l’aia è solo un pretesto per conservare poltrone e poltroncine. Una stucchevole guerra di posizionamento fra aristocratici parrucconi professionisti della politica, che si sono accorti che c’è poco da spartire se non la tunica di Cristo e si azzuffano anche su quella. La verità purtroppo è che, mentre i capibastone si beccano come i polli di Renzo, il Pd è quasi al collasso.
Voi vendoliani della Fabbrica di nichi cosa suggerite?
Abbiamo proposto un percorso diverso ed innovativo che speriamo faccia crescere il progetto di centrosinistra ma sul piano provinciale, pur non avendo ruoli apicali da difendere, pensiamo che oggi vadano riconfermati il gruppo dirigente e la segreteria che solo pochi mesi fa sono passati al vaglio del congresso. Detto questo, la priorità è riprendere un dialogo con il nostro popolo al quale siamo oramai estranei. Il partito è chiuso nel palazzo, non ascolta il disagio e le sofferenze di chi paga la crisi, non propone alcuna soluzione politica ma è concentrato solo su faide interne utili esclusivamente ai “coniugi Ceausescu” che si trovano a gestire più di quanto dovrebbero. Invece, sarebbe utile proporre ai territori una piattaforma programmatica portando la discussione nei circoli e fra la gente con una serie di incontri. Poi, da questo processo dialettico e democratico dove cittadini e politica si confrontano bisognerebbe tirare fuori quattro o cinque punti programmatici. Naturalmente questo lavoro va fatto con il contributo dei sindacati, delle associazioni e dei movimenti che in questo momento sono gli unici a dire qualcosa di concreto.
E poi ?
E poi occorre subito aprire una discussione con gli altri partiti di centrosinistra. Il nostro pensiero è che il nuovo centrosinistra debba necessariamente tenere dentro tutte le forze democratiche e progressiste italiane. Dal movimento di Beppe Grillo al Popolo Viola, dall’Italia dei Valori a Sinistra Ecologia e Libertà, dagli ambientalisti alle associazioni cattoliche e del volontariato. Un processo che deve portarci alle primarie di coalizione per scegliere il candidato premier alle quali noi delle Fabbriche di Nichi arriveremo candidando il governatore della Puglia, Nichi Vendola. Sì all’acqua pubblica, no al nucleare, sì alla ridistribuzione del reddito, fuori i ladri dal parlamento, sì alla lotta al precariato, sì alle politiche di integrazione sociale, sì ad un nuovo welfare e alla difesa della democrazia e della carta costituzionale: queste sono le priorità sulle quali costruire l’alleanza. II nostro partito o va in questa direzione oppure è destinato ad estinguersi.
Qualcuno vi accusa che con la Fabbrica di Nichi voi create problemi al partito…
Chi lo dice è un perfetto imbecille ed è anche in mala fede. La Fabbrica di Nichi non è un partito ne’ un’ associazione, ma è un luogo aperto e plurale, dove la politica non segue le liturgie del passato. Nella fabbrica si pratica la fratellanza e la solidarietà, si ragiona di politica e di questioni sociali, si mangia e ci si diverte, si lavora e si degustano i prodotti della terra, si offre ospitalità a chi ha bisogno, sia egli disoccupato, immigrato o emarginato: in poche parole, ci si confronta senza preconcetti e senza gerarchia. Una comunità di uomini e donne liberi che sognano e lavorano per un mondo migliore. Peccato che il PD non è mai diventato così, nonostante le buone intenzioni dì Walter Veltroni. Per noi, la Fabbrica di Nichi, le tante esperienze positive che vivono nella società ed il PD si devono contaminare e innovare per iniziare una nuova narrazione politica in grado di coinvolgere i cittadini.

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