Giovino (idv): Possibile la svolta epocale

Giovino (idv): Possibile la svolta epocale
Fiorentino Pietro Giovino candidato nel Collegio n. 25 di Pratola Serra per il partito Italia dei Valori, in una nota esprime il suo pensiero sulle prossime elezioni: “L’Irpinia è chiamata ad una svolta epocale in questa campagna elettorale. Nei giorni passati ho spesso parlato del trascinamento fe…

Giovino (idv): Possibile la svolta epocale

Fiorentino Pietro Giovino candidato nel Collegio n. 25 di Pratola Serra per il partito Italia dei Valori, in una nota esprime il suo pensiero sulle prossime elezioni: “L’Irpinia è chiamata ad una svolta epocale in questa campagna elettorale. Nei giorni passati ho spesso parlato del trascinamento feudale di questa zona, dove ai baroni di un tempo si sono spesso sostituiti una quantità di politici locali. Ciò ha creato una massa indistinta e sottomessa di sudditi e ha generato i presupposti per il mancato sviluppo economico, civile e sociale delle nostre zone. L’Irpinia ha visto così una proliferazione di lavoratori dipendenti, siano essi operai o impiegati pubblici, tutti strettamente collegati al potere del referente locale, così come nel tempo passato i contadini lo erano con i feudatari. Le promesse elettorali riguardanti i posti di lavoro non hanno quasi mai contemplato la crescita di una diffusa imprenditoria locale, indipendente dagli umori di una politica legata ai finanziamenti statali, ma ne ha favorito invece lo sviluppo di una schiava di un assurdo assistenzialismo. Nessuno si è preoccupato poi del crollo demografico delle nostre aree, nessuno ne ha individuato le responsabilità, adducendole al solito alibi della cronica mancanza di possibilità lavorative. In un secolo dove il resto d’Italia si preoccupa dell’esodo degli immigrati, qui siamo ancora costretti ad affrontare tematiche inverse. Ciò ha drammaticamente depauperato le risorse umane locali ed ha svuotato molti dei nostri paesi sino a quasi farli scomparire. Nessuno si è preoccupato, poi, dei danni generati nel creare un numero indistinto di periferie in luogo degli antichi centri abitati dopo il sisma del 1980. Si è così generato un diffuso disagio sociale e aggiuntiva subordinazione al potere. Il tutto ha portato alla nascita di un inferno pianificato da dove fuggire emigrando. Per i nostri giovani si è prospettata solo un’unica via di fuga, l’emigrazione, favorita in molti casi per creare ulteriore dipendenza. Per questi motivi chi esprime il voto è oggi chiamato ad una responsabilità seria, come deve essere la scelta di un futuro per la propria comunità, che sia aliena da condizionamenti personali con idee, prospettive e persone che si battono con motivi dipendenti dall’amore della propria terra e dal rispetto della comunità che ci vive”.

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